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La contessa bianca

21/11/2008 12:00

Antonella Sugameli

Recensione Film,

La contessa bianca

Tratto da un soggetto di Kazuo Ishiguro, La contessa bianca si presenta come un film impegnato, impreziosito da Natasha Richardson nei panni di Sofia un contess

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Tratto da un soggetto di Kazuo Ishiguro, La contessa bianca si presenta come un film impegnato, impreziosito da Natasha Richardson nei panni di Sofia un contessa russa decaduta e Todd Jackson, interpretato da Ralph Finnes. La regia ? di James Ivory mentre la fotografia di Patrick Doyle.


Jackson ? un ex diplomatico, che a causa di un attentato, ha perso la figlia e la vista. Durante una serata in un locale di Shangai incontra Sofia, contessa decaduta, che per mantenere la figlia e la famiglia fa l'accompagnatrice. Affascinato dalla sua voce e dalle sue maniere, Jackson propone alla donna di lavorare per lui. Grazie ad una vincita alle corse, ha intenzione, infatti, di aprire un locale e desidera che sia lei a gestirlo. Il rapporto strettamente professionale, lentamente si trasforma in qualcosa di pi?. Sono i gesti a parlare, i protagonisti vivono entrambi la propria tragedia personale, raffreddati dalle atrocit? della guerra e dalla fame, hanno imparato a sopire desideri e bisogni della carne. Ma quando, un francese entra nel locale importunando la bella Sofia, il comportamento di Jackson muta repentinamente e divorato dalla gelosia perde il senno.


La Richardson arricchisce la pellicola di pathos, grazie ad un'interpretazione profonda e commuovente. Finnes convince poco nel ruolo, probabilmente demerito di una sceneggiatura poco brillante e spesso monotona, priva di slanci passionali e verve dialettica. Il film scorre cadenzato, con esso scivolano trama, personaggi ed attenzione, nell'apatia di un fotogramma dopo l'altro. Ivory tratteggia un affresco di una Cina, devastata dalla guerra e dalla fame, dalla povert? e dalla perdizione, sbiadita e logora. I personaggi si muovono come fantasmi, sono ombre vive, simulacri di un antico regime di sfarzo e potere, di cui nulla resta nel presente, se non nel ricordo di un tempo che inesorabilmente fugge. Storicamente Ivory fotografa un momento particolare della storia del paese, un sabato del 1937, il famoso “sabato di sangue”, in cui la Cina viene attaccata dal Giappone. La seconda guerra mondiale ? ormai alle porte... Pu? l'amore nascere tra le macerie e dalle macerie risorgere?


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