photo

NETFLIX

copertine blog.jpeg

NOW TV

le parti noiose tagliate
footer

facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram
pngwing.com(17)
sis nero
sisbianco
sisbianco

REDAZIONE
Via Carlo Boncompagni 30
20139 Milano (MI)
+39 340 5337404
ufficiostampa@silenzioinsala.com

 

REDAZIONE
Via Carlo Boncompagni 30
20139 Milano (MI)
+39 340 5337404
ufficiostampa@silenzioinsala.com

 

un progetto di Piano9 Produzioni

CONTENUTI IN EVIDENZA

La contessa bianca

21/11/2008 11:00

Antonella Sugameli

Recensione Film,

La contessa bianca

Tratto da un soggetto di Kazuo Ishiguro, La contessa bianca si presenta come un film impegnato, impreziosito da Natasha Richardson nei panni di Sofia un contess

2651-.jpeg

Tratto da un soggetto di Kazuo Ishiguro, La contessa bianca si presenta come un film impegnato, impreziosito da Natasha Richardson nei panni di Sofia un contessa russa decaduta e Todd Jackson, interpretato da Ralph Finnes. La regia ? di James Ivory mentre la fotografia di Patrick Doyle.


Jackson ? un ex diplomatico, che a causa di un attentato, ha perso la figlia e la vista. Durante una serata in un locale di Shangai incontra Sofia, contessa decaduta, che per mantenere la figlia e la famiglia fa l'accompagnatrice. Affascinato dalla sua voce e dalle sue maniere, Jackson propone alla donna di lavorare per lui. Grazie ad una vincita alle corse, ha intenzione, infatti, di aprire un locale e desidera che sia lei a gestirlo. Il rapporto strettamente professionale, lentamente si trasforma in qualcosa di pi?. Sono i gesti a parlare, i protagonisti vivono entrambi la propria tragedia personale, raffreddati dalle atrocit? della guerra e dalla fame, hanno imparato a sopire desideri e bisogni della carne. Ma quando, un francese entra nel locale importunando la bella Sofia, il comportamento di Jackson muta repentinamente e divorato dalla gelosia perde il senno.


La Richardson arricchisce la pellicola di pathos, grazie ad un'interpretazione profonda e commuovente. Finnes convince poco nel ruolo, probabilmente demerito di una sceneggiatura poco brillante e spesso monotona, priva di slanci passionali e verve dialettica. Il film scorre cadenzato, con esso scivolano trama, personaggi ed attenzione, nell'apatia di un fotogramma dopo l'altro. Ivory tratteggia un affresco di una Cina, devastata dalla guerra e dalla fame, dalla povert? e dalla perdizione, sbiadita e logora. I personaggi si muovono come fantasmi, sono ombre vive, simulacri di un antico regime di sfarzo e potere, di cui nulla resta nel presente, se non nel ricordo di un tempo che inesorabilmente fugge. Storicamente Ivory fotografa un momento particolare della storia del paese, un sabato del 1937, il famoso “sabato di sangue”, in cui la Cina viene attaccata dal Giappone. La seconda guerra mondiale ? ormai alle porte... Pu? l'amore nascere tra le macerie e dalle macerie risorgere?


ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

cinemadvisor

Silenzioinsala.com © | All Right Reserved 2021 | Powered by Flazio Experience e Vito Sugameli


facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram

facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram

ULTIMI ARTICOLI

joker