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Ti stimo fratello

07/03/2012 11:00

Martina Calcabrini

Recensione Film,

Ti stimo fratello

Dopo il successo del collega Checco Zalone, un altro comico del cabaret di Zelig tenta il colpaccio approdando al cinema...

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Dopo il successo del collega Checco Zalone, un altro comico del cabaret di Zelig tenta il colpaccio approdando al cinema. Giovanni Vernia, giovane ingegnere elettronico, ha lasciato un lavoro sicuro e redditizio per dedicarsi alla sua passione più grande: recitare. Nel 2008 si fa notare in Zelig-Off e il suo personaggio, Johnny Groove diventa ben presto uno dei preferiti del programma televisivo. Dopo 3 anni di duro lavoro, Vernia si improvvisa attore cinematografico, co-regista e co-sceneggiatore (insieme al collega Paolo Uzzi) e porta al cinema Ti stimo fratello, un film talmente personale da non poter essere affidato alla regia di un professionista esterno alla vicenda.


Giovanni si è laureato in ingegneria elettronica con il massimo dei voti ma, nonostante le proprie doti intellettuali, non riesce a trovare lavoro. Incontratosi casualmente con Federica, una facoltosa figlia di papà, Giovanni viene assunto come pubblicitario. Proprio quando la sua vita inizia a stabilizzarsi, il fratello gemello Johnny arriva a Milano per sostenere l’esame alla Guardia di Finanza. Il ragazzo, invece di studiare, passa le serate diviso tra il Gilez, il famoso locale house della città, e la devastazione completa della vita di Giovanni.


Il riferimento a È arrivato mio fratello di Castellano e Pipolo salta immediatamente agli occhi. Certo, Vernia non è Pozzetto: i suoi personaggi non sono ben costruiti come quelli del comico lombardo e le gag sono di natura completamente differente. Giovanni Vernia, prendendo ispirazione da avvenimenti della propria vita, ha cercato di raccontare la sua, attraverso usi e costumi di un Italia sull’orlo di una crisi di nervi. Da una parte, dunque, il fratello buono, intelligente e fortunato, dall’altro lo scemo del villaggio, l’idiota, il sempliciotto. Due gemelli identici solo nei tratti fisiognomici - ma non nel look - che hanno bisogno l’uno dell’altro per completarsi. Giovanni ha dimenticato il valore degli affetti e Johnny ha smarrito quel briciolo di responsabilità che probabilmente non aveva mai personalmente posseduto. Sullo sfondo, un paesaggio urbano - non civile - completamente indifferente ai piccoli grandi problemi della vita. Sebbene i fan di Johnny Groove e del suo tormentone “Essiamonoi!” apprezzeranno la trovata (e lo sforzo) di Vernia, non potranno fare a meno di ammettere che il divertimento svanisce presto. Ripetizioni, ridondanze e storpiature rendono Ti stimo fratello una pellicola parzialmente spassosa ma monocorde.


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