Nel 2009, dopo la trilogia wuxia composta da Hero, La foresta dei pugnali volanti, La città proibita, inframezzata dal malinconico Mille miglia lontano, Zhang Yimou ha scelto di dirigere il primo remake della propria fortunata carriera. Insolito, sia per la scelta del film - Blood Simple, opera prima dei fratelli Coen - che per l'idea di riproporre una storia dal sapore noir in chiave comico/grottesca, da pellicola in costume. Affidandosi a uno stuolo di ottimi caratteristi, senza vere e proprie star del cinema d'Oriente, il maestro cinese è riuscito a creare un'opera tanto suggestiva quanto deliziosa, in grado nonostante una velata monotonia (l'ambientazione è il negozio dove lavorano i protagonisti e lo sconfinato deserto circostante), di regalare spunti di divertimento fino all'epilogo. Il racconto segue le vicende di un gruppo di personaggi, tutti residenti per un motivo o per l'altro nei pressi di un negozio di spaghetti cinese. Due ingenui servi, un timido dipendente nonché presunto amante della moglie del capo, e il boss stesso. Quando la donna, stanca dei soprusi del marito e desiderosa di rifarsi una vita, compra una pistola da un mercante persiano, non sa che la sua vittima scopre ben presto l'inganno. Quest'ultimo decide così di assoldare come killer l'astuto soldato di una guarnigione dell'esercito affinché uccida la coppia fedifraga, scatenando una serie di equivoci destinati a finire nel sangue. E il sangue è proprio facile, come recita il titolo. A dispetto infatti di un'apparente farsa da camera, dal chiaro stampo teatrale, Yimou non lesina in rocambolesche uccisioni con le quali - nessuno in realtà esente da colpe più o meno gravi - tutti i personaggi si troveranno a fare i conti, sino alla conclusiva e - a ben guardare - affrettata resa dei conti. Con un cast in gran forma i momenti di ilarità non mancano, e forse l'unica pecca rimane proprio nella durata eccessivamente breve per molta "carne al fuoco", che taglia di netto diverse sottotrame e non sviluppa appieno il carattere di alcuni dei protagonisti. Registicamente il regista cinese si conferma sugli elevati standard di sempre, con quella cura maniacale per l'immagine che raggiunge il suo apice nelle brevi, ma ispirate, sequenze action oriented. Yimou dirige un rifacimento senza dubbio originale, narrativamente imperfetto ma capace di strappare più di un sorriso.