Cosa fareste se un giorno scopriste che esiste un altro mondo, identico al vostro e abitato dalle stesse persone, ma in cui le singole esistenze individuali possono intraprendere sentieri divergenti e unici? È il quesito del professor Richard Berendenzen, astrofisico di fama mondiale, voce narrante di Another Earth, opera seconda del regista e sceneggiatore di Alla scoperta di Charlie, Mike Cahill. Rhoda Williams, una brillante aspirante astrofisica cerca di riabilitarsi dopo essere stata la causa di una gravissima tragedia. In seguito ad un periodo di reclusione nella prigione minorile, la ragazza ottiene la libertà ma, per ricominciare a vivere e reintegrarsi, ha bisogno di chiedere perdono alla persona a cui ha rovinato la vita. Ma di fronte a quest'ultimo, l'ex compositore John Burroughs, Rhoda si finge donna delle pulizie e cerca, come può, di aiutare l’uomo a migliorare la sua vita nelle piccole cose quotidiane. Mentre i due entrano lentamente in contatto, la ragazza viene scelta per esplorare la "Terra 2" e, prima di partire, decide di dire la verità a John. Lo spirito documentarista del regista lascia i protagonisti liberi di agire, di percorrere gli spazi, di pulirli e riordinarli, senzamai abbandonarli a se stessi. Il buio, l’oscurità e il silenzio assordante degli ambienti riflettono la solitudine e la reclusione - volontaria - dei suoi abitanti. Cahill cura anche la fotografia, strutturandola e sviluppandola intorno a ciclici vuoti da riempire, fa irrompere la luce dalle finestre - come quella caravaggesca de La vocazione di San Matteo - mentre i suoi personaggi attendono (im)pazienti in posa, con espressioni apatiche e piatte per portare in superficie quella disperazione che sottende ogni loro azione. Il bisogno incessante di credere che esista un altro mondo è l’unico motivo che spinge due esseri infelici ad andare avanti e a cercare il significato della vita. Sogni infranti, esistenze spezzate, amori distrutti: tutto, sul pianeta Terra 1, lascia presupporre che la vita non abbia senso. Tra flashback, foto sbiadite, dolori sopiti e ferite (ri)aperte, Rhoda e John finiscono per innamorarsi dando vita ad una storia d’amore rischiosa e deleteria, un affetto così profondo che sprona l’uno a cercare conforto nell’altra. Come in Melanchonia di Von Trier, la macchina da presa osserva un'altra Terra in cui immaginare una vita diversa, migliore. Nessuno può prevedere il futuro né affermare con certezza che le cose possano cambiare. Non ci sono risposte ai grandi interrogativi della vita perché, come è solito ripetere John, chi ha la risposta non è mai tornato. E così, Another Earth si configura come un viaggio interiore, un’esplorazione allucinata alla ricerca della propria anima perduta, l'itinerario scosceso verso la riabilitazione di un individuo sconfitto. La bravissima Brit Marling - anche cosceneggiatrice della pellicola - si rivela il punto focale della storia con un’interpretazione così intensa, fragile e commovente, da stagliarsi come composta e moderna “ragazza con l’orecchino di perla”. Cahill invita a riflettere sull’importanza del perdono e del benessere che ne consegue sia per l’anima di chi lo concede, che di chi lo riceve.