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Senza ricorso

31/01/2013 11:00

Martina Calcabrini

Recensione Film,

Senza ricorso

Dopo aver diretto i video musicali Like a Virgin, Material Girl, Like a Prayer e Borderline della cantante Madonna, e aver esordito in cabina di regia con il dr

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Dopo aver diretto i video musicali Like a Virgin, Material Girl, Like a Prayer e Borderline della cantante Madonna, e aver esordito in cabina di regia con il drammatico Siesta, la regista statunitense Mary Lambert realizza un film televisivo monocorde e prevedibile che abusa eccessivamente di tipici stereotipi da telenovela.


Catilin (Rachel Ward) è un’avvenente infermiera che dopo aver curato il facoltoso uomo d’affari Richard Cory (Terry O'Quinn), riceve da lui una proposta di matrimonio. Allettata dalla prospettiva di una vita agiata, la donna accetta ma viene costretta a lasciare il proprio lavoro e a diventare soltanto una brava casalinga. Infastidita dai continui viaggi di lavoro del marito, Caitlin si ritrova tra le atletiche braccia del figliastro Eric (Joshua Morrow), con cui inizia una burrascosa relazione clandestina. Quando Richard lo scopre, litiga furiosamente con il figlio e rimane vittima di un incidente letale. Caitlin ed Eric, allora, verranno processati.


Campi, controcampi, primi piani estremi e statiche sequenze di dialogo, connotano la pellicola sin dai primi fotogrammi come un insipido prodotto televisivo. Senza humour, senza suspense, senza un minimo di adrenalina, la pellicola si avvale di una sceneggiatura banale e scontata che ruota attorno a personaggi poco connotati e psicologicamente vuoti. Le loro azioni sono dettate esclusivamente da esigenze economiche sempre più eccessive che finiscono per annebbiare qualsiasi possibilità di evasione. Rinchiusi in una vera e propria gabbia dorata che li isola dal mondo reale, i protagonisti divengono talmente meschini da non saper più provare alcuna forma di sentimento umano. Senza ricorso, insomma, è un prodotto mediocre che utilizza tre importanti attori di fiction come vertici di un improbabile triangolo amoroso. Sembra difficile credere che a firmarne la regia sia stata Mary Lambert, autrice del gotico Cimitero Vivente, trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Stephen King, e del suo ancor più ironico sequel.


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