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Turbo

26/08/2013 11:00

Martina Calcabrini

Recensione Film,

Turbo

Rombi di motori, adrenalina alle stelle, avversari da battere e traguardi da raggiungere nel più breve tempo possibile...

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Rombi di motori, adrenalina alle stelle, avversari da battere e traguardi da raggiungere nel più breve tempo possibile. Consapevole che il sogno di ogni campione inizia sempre con una sfida da vincere, David Soren, doppiatore di Shark Tale e Madagascar 2, esordisce in cabina di regia per realizzare un film d'animazione divertente e fantasioso che sprona gli spettatori a tentare qualsiasi cosa per realizzare le proprie utopie.


Teo è una piccola lumaca da giardino che, imitando il suo idolo Guy Gagné, desidera diventare un grande pilota di Formula 1. Nonostante suo fratello Chet cerchi in tutti i modi di mostrargli l'assurdità della situazione, Teo continua ad allenarsi notte e giorno con prove di velocità. Una sera si ritrova coinvolto in una gara di auto clandestine e, involontariamente, assorbe l'ossido di azoto di un'automobile modificata. In quel momento, diventa velocissimo, assume lo pseudonimo di Turbo e convince il giovane Tito, venditore di tacos, ad iscriverlo alla 500 Miglia di Indianopolis.


Riprese videoludiche in soggettiva portano lo spettatore ad immedesimarsi con il protagonista, ad assumerne il punto di vista e a credere che il suo sogno impossibile possa, un giorno, essere realizzato. La fluidità dei movimenti di macchina, infatti, segue le movimentate, imprevedibili e bizzarre avventure di Teo. David Soren, autore della sceneggiatura insieme a Darren Lemke (Shrek e vissero felici e contenti) e a Robert D. Siegel (The Wrestler), plasma un personaggio divertente, goffo e iperbolico che rinuncia alla monotonia della serra per abbracciare l'incertezza di una vita esagerata. I suoi compagni, però, non sono ben caratterizzati e, troppo spesso, risultano marginali e futilmente accessori. Sebbene la sceneggiatura, dunque, seguendo le linee guida di un canonico romanzo di formazione, sia piuttosto prevedibile, il mollusco automobilistico, funambolico e irriverente, cattura la simpatia dei più piccoli, alimentandone le aspettative e le speranze verso un futuro roseo.


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