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Justin e i Cavalieri Valorosi

24/11/2013 12:00

Martina Calcabrini

Recensione Film,

Justin e i Cavalieri Valorosi

Corteggiamenti, passioni, cavalieri, regni da proteggere e principesse da salvare...

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Corteggiamenti, passioni, cavalieri, regni da proteggere e principesse da salvare. Manuel Sicilia, dopo essersi affermato nel panorama nazionale con The missing Lynx, torna dietro la macchina da presa per realizzare Justin e i cavalieri valorosi, una pellicola d'animazione che ravviva un antico universo medievale e cavalleresco con tinte pop e ultramoderne.


C'era una volta, tanto tempo fa, una terra incantata in cui il re e la regina erano protetti da un esercito di fidati cavalieri. Quando il sovrano morì in battaglia, le leggi fecero il loro ingresso nel regno e i decreti, che avrebbero dovuto evitare guerre interne e clandestine, finirono per introdurre regole sempre più restrittive e claustrofobiche. Quando Ser Eraclio provò ad attaccare la regina, Ser Roland nel tentativo di proteggerla venne ucciso. I cavalieri furono dunque banditi e ritenuti fuorilegge finchè il piccolo Justin, nipote del prode Roland, decise di diventare cavaliere e fermare il ritorno di Ser Eraclio.


Taverne sudicie, soggetti molesti e giullari di corte popolano i borghi circostanti al castello. Nessuno crederebbe mai che gli antichi valori di fedeltà e cortesia possano tornare in auge in una civiltà divenuta bigotta e conformista. Il giovane Justin, modellato come l'esile Semola de La spada nella roccia, vuole diventare come il nonno e sentirsi utile per il suo regno. Aiutato dall'intrepida Talia - rivisitazione animata dell'energica Lara Croft - e da un mago psicotico e pazzoide, Justin subirà rigidi addestramenti alla Hercules e cavalcherà draghi come il protagonista di Dragon Trainer, barcamenandosi tra l'universo futuristico di Star Wars e quello archetipo de Il signore degli anelli. Sebbene Manuel Sicilia utilizzi fluidi movimenti di macchina per avvicinare gli spettatori alla vicenda narrata e ai suoi protagonisti, questi non acquisiscono mai una vera e propria personalità poichè sembrano vivere constantemente in funzione citazionistica. La mano del demiurgo che ne condiziona le azioni si percepisce in modo talmente evidente che li priva della stoffa necessaria per rimanere impressi nella memoria collettiva. Dai poemi epici e cavallereschi al ciclo lettarario di Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, il film, prodotto da un coraggioso Antonio Banderas - che nella versione originale doppia il goffo Cavaliere dalla scintillante armatura- trae linfa vitale dal repertorio classico e popolare. Justin e i cavalieri valorosi si rivela un lungometraggio mediamente interessante che sprona il pubblico a perseguire i propri sogni nonostante gli ostacoli della vita. Perchè, come insegnano i saggi: non è l'abito a fare il monaco, ma il monaco a fare l'abito su misura.


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