Dalla morte di Steve Jobs avvenuta il 5 ottobre 2011, ed escludendo il film televisivo I pirati di Silicon Valley, Jobs è il primo vero biopic cinematografico sul fondatore della Apple. Il film segue la vita dell'inventore statunitense a partire dal 1971 nelle diverse fasi della sua gioventù, fino ad arrivare al 2000, anno di presentazione dell'IPod. Diretto da Joshua Michael Stern, Jobs purtroppo è un banale prodotto dallo stampo televisivo, diretto in modo piatto e senza una precisa idea di regia, talmente convenzionale da sembrare assente - non c'è scena o momento degno di nota, tutto si limita a seguire gli eventi della trama e del personaggio. La figura di Steve Jobs è ritratta in modo superficiale, limando il più possibile i coni d'ombra e preferendo la via celebrativa: Jobs è un genio visionario, un leader fuori dagli schemi, un ribelle del sistema e mago del marketing, ma tutto è raccontato senza spessore e senza la voglia di entrare nelle pieghe ambigue del personaggio. A parte l'aderenza fisica, Ashton Kutcher nei panni dell'ideatore della mela morsicata dimostra evidenti limiti d'attore, offrendo una prova incolore e priva d'intensità . La sceneggiatura pecca oltre di eccessiva lunghezza, didascalica nella messa in scena. Il film altro non è che un elenco di scene che esplicano le fasi più importanti della vita e della carriera di Jobs e della Apple concatenate in modo cronologico, ma tutto pare non avere peso. Inutile il tentativo di inserire una sottotrama drammatica e provare a far luce sulla vita intima del personaggio evidenziandone anche i lati negativi. Il binario narrativo tra pubblico e privato non è seriamente approfondito o vagamente interessante ed ha il brutto sapore della soap opera familiare. Non si capisce quindi l'utilità di questo biopic: non dice praticamente nulla, non prova ad avere uno sguardo inedito sulla figura che sta trattando, si limita a mitizzarlo e di rimando non riesce a ragionare sulla società e sull'impatto delle tecnologie che Jobs ha creato, sia nel passato che nelle loro evoluzioni future. Una consolazione: lo sceneggiatore Aaron Sorkin sta lavorando ad uno script dedicato proprio allo stesso argomento. Siamo sicuri sarà nettamente meglio di questa mediocre pellicola che ha l'aspetto di un libretto nozionistico per nulla stimolante.