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Tartarughe Ninja

17/09/2014 11:00

Gabriele di Grazia

Recensione Film, tartarughe ninja, tmnt,

Tartarughe Ninja

Il ritorno tanto atteso e spettacolare delle Tartarughe Ninja

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Dopo che lo scialbo TMNT diretto da Kevin Munroe aveva lasciato i fan di tutto il mondo tra l’irritazione e l’indifferenza, col passare degli anni l’idea che il franchise delle Tartarughe Ninja potesse avere un seguito per il grande schermo si era affievolita fino a cadere nel dimenticatoio e nella rassegnazione generale degli appassionati. A riportare al cinema la creazione di Kevin Eastman e Peter Laird, a trent’anni esatti dalla prima uscita della serie a fumetti, ci ha pensato Jonathan Liebesman. Abbandonate le atmosfere mitologiche de La furia dei titani, il regista si è gettato a capofitto tra i grattacieli di New York regalandoci quello che probabilmente può essere considerato il film più riuscito ed emozionante sui quattro fratelli ninja mutanti.


New York è sotto attacco. Una misteriosa banda di terroristi, il famigerato Clan del Piede, sta seminando il panico tra i cittadini e le autorità. La giornalista April O’Neal (Megan Fox), alla ricerca dello scoop della sua carriera, è decisa a cogliere i criminali sul fatto seguendo le loro tracce nel profondo della notte. Non sa che sta per imbattersi in Leonardo (Pete Ploszek), Raffaello (Alan Ritchson), Michelangelo (Noel Fisher) e Donatello (Jeremy Howard), quattro incredibili tartarughe ninja mutanti con la passione per la pizza e la musica rap. La giovane reporter si unirà ai suoi quattro nuovi amici nella lotta contro il Clan del Piede e il suo capo, il malvagio Shredder (Tohoru Masamune), per cercare di disinnescare una potente arma biologica dagli effetti devastanti. In gioco, oltre alla vita del maestro Splinter (Danny Woodburn), c’è la salvezza di New York.


Per la quinta volta sul grande schermo, le Tartarughe Ninja di Eastman e Laird tornano al cinema in una pellicola che azzera tutto il passato su celluloide con un reboot ideato appositamente per accontentare sia i fan della serie televisiva anni ’80 sia le nuove generazioni cresciute a pane e Transformers. Adrenalina, divertimento e tensione: c'è lo stile del produttore Michael Bay dietro le sequenze d’azione mozzafiato che tengono lo spettatore incollato alla poltrona con gli occhi sgranati per tutti i cento minuti del film. Abbandonati i costumi di gomma degli anni ’90, la pellicola unisce riprese dal vivo, computer grafica e motion capture (stessa tecnica recentemente ammirata nel capolavoro di Matt Reeves Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie), dando vita a un vero e proprio spettacolo per gli occhi. A rendere, però, davvero unico il lavoro di Liebesman non è tanto la convincente caratterizzazione psicologica delle Tartarughe Ninja quanto la differente rappresentazione del fisico e del costume di ciascuna di loro, novità assoluta nella storia del franchise che finora le aveva invece sempre mostrate tutte identiche d’aspetto e con il volto celato da mascherine diversamente colorate. Nel cast, ottimo come sempre l’ambiguo William Fichtner e divertente il cammeo di Whoopi Goldberg nei panni del capoufficio di April O’Neal. Dimenticabile, invece, il 3D.


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