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Le mie grosse grasse vacanze greche

09/10/2009 11:00

Stefano Camaioni

Recensione Film,

Le mie grosse grasse vacanze greche

Dopo il successo de Il mio grosso grasso matrimonio greco, ad opera del regista Joel Zwick, ritorna Nia Vardalos, attrice e sceneggiatrice del campione di incas

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Dopo il successo de Il mio grosso grasso matrimonio greco, ad opera del regista Joel Zwick, ritorna Nia Vardalos, attrice e sceneggiatrice del campione di incassi del 2002. Lo scetticismo tipico che accompagna l'avvento di sequel e remake copre come un'ombra questo nuovo film, senza ombra di dubbio parto di una discutibile scelta di mercato ed evidentemente forzato, vista la scarna presenza di una personalità propria.


Georgia (Nia Vardalos) lavora come guida turistica nella città di Atene, in Grecia. Professionalmente surclassata da colleghi e priva di senso dell'umorismo, si vede costretta ad accompagnare i turisti più ignoranti e meno simpatici dell'intera città. Dopo aver maturato una sorta di repulsione verso il proprio lavoro e rassegnatasi a vivere una vita mediocre, la donna fa la conoscenza di Irv Gordon, un anziano signore che, dopo la perdita dell'amata moglie, ha deciso di godersi appieno la vita. Insegnerà così a Georgia come divertirsi e abbandonare ogni forma di ostilità verso chi le è attorno, dandole l'opportunità di trovare finalmente l'amore. Quell'amore che non si sarebbe mai aspettata di incontrare.


Le mie grosse grasse vacanze greche tenta di riproporre e di eguagliare il successo del primo "grosso grasso" episodio, non avvicinandosi però alla freschezza e a quell'ironia pulita che lo caratterizzava. La comicità e la sinossi del film si mantengono su due rette parallele, non riuscendo a fondersi e a creare un connubio funzionale di passione e divertimento. Allo stesso modo, il tentativo di lanciare un messaggio discutibilmente moralista, all'interno di tale contesto, risulta per diversi aspetti semplicistico. Per tutta la durata della pellicola viene presentata una serie di gag, raramente spassose, alternate a momenti di pathos artificiale e più vicino alle atmosfere da commedia adolescenziale piuttosto che a dinamiche più mature. Una miscela poco funzionale purtroppo che non riesce a coinvolgere lo spettatore come il film vorrebbe. Chiaro è che investire su prodotti così scontati confidando solo nello sfruttamento di un brand già testato è rischioso; il fatto di essere un sequel non prevede automaticamente la riuscita commerciale del prodotto. Senza infamia né gloria la recitazione degli attori, partendo dalla protagonista Nia Vardalos arrivando a Alexis Georgoulis che, per tutto il film, non riesce a non ricordare Brendan Fraser. Lontano anni luce quindi dalla simpatia che aveva regalato il successo a Il mio grosso grasso matrimonio greco, questo nuovo episodio della serie è un tentativo fallito di proporre una commedia dai toni brillanti che riesca ad emergere dal pantano del cinema comico degli anni duemila.


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