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La storia infinita

22/06/2016 10:00

Martina Calcabrini

Recensione Film, gcO_jsiCwk8,

La storia infinita

Gli anni ottanta e il fantasy degli animatronics

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Nel 1979 lo scrittore tedesco Michael Ende scrisse il romanzo d'avventura La storia infinita, talmente fantasioso e innovativo da guadagnare immediatamente il consenso del pubblico. Cinque anni dopo, nel 1984, la Nueve Constantin Film Produktion si accaparra i diritti per una tecnologica trasposizione cinematografica affidandone la regia a Wolfgang Peterson: un artista estetico e sovversivo capace di fondere nella stessa inquadratura letterarietà ed effetti speciali senza ricorrere ad alcuna cesura.


Dopo la morte della madre, il piccolo Bastian (Barrett Olivier) si sente solo: suo padre non gli dedica abbastanza attenzioni e a scuola finisce spesso vittima delle prepotenze dei bulli più grandi. Una mattina come tante, per sfuggire ai dispetti dei suoi compagni di classe, Bastian si rifuggia nella libreria del Signor Coriandoli (Thomas Hill), dove la sua attenzione verrà attirata da un libro, La storia infinita, leggendo il quale aiuterà il guerriero Atreiu (Noah Hathaway) a salvare il mondo di Fantàsia, prima che il Nulla ne divori ogni angolo.


Utilizzando l'escamotage del metacinema, gli sceneggiatori Wolfgang Petersen e Herman Weigel (quest'ultimo già autore di Christine F. - Noi e i ragazzi dello zoo di Berlino) enfatizzano la storia originale tramite costanti e ricorrenti mise en abyme realizzate mediante sovrapposizioni e dissolvenze. La voce del protagonista viene utilizzata come anello di congiunzione tra due mondi: da un lato incoraggia il suo idealizzato alter ego a non perdere mai la speranza, dall'altro disdegna la cattiveria insita in molte azioni umane. Passando così da narratore esterno a mero eroe di tutta la vicenda, Bastian diviene il simbolo allegorico della fantasia che, nonostante la condizione morale e sociale del mondo circostante, combatte coraggiosamente contro un totale annullamento dell'immaginazione. L'imperatrice bambina - estensione della mente pura ed estatica - non mostra mai davvero il suo volto: ognuno di noi, infatti, deve proiettare i propri pensieri positivi su una chimera volta a destare le nostre coscienze. Con il supporto del Drago della Fortuna, dunque, persino il più goffo lettore o spettatore del mondo, può riuscire a mantenere viva Fantàsia nel proprio mondo. La storia infinita, sebbene sia un'opera imperfetta e spigolosa, ancora oggi affascina e coinvolge per il suo labirintico gioco di sguardi e prospettive.


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