Diane (Virginie Efira) è una donna di successo: alta e bella, è avvocato in uno studio legale e socio dell'ex marito (Cèdric Kahn). Dopo aver perso il telefonino, in seguito all'ultima sfuriata con l'ex, riceve una telefonata di un uomo dalla voce affascinante, divertente e colto, che dice di chiamarsi Alexandre (Jean Dujardin). Decide di uscirci insieme, ma Alexandre è alto un metro e quaranta. Ma la donna decide di intraprendere questa strana relazione, che non sarà senza difficoltà e risvolti comici. Remake del film argentino del 2013, Còrazon de Leòn di Marcòs Carnevale, Un amore all'altezza si sposta dall'originale preferendo contenuti più comici e riadattati al pubblico europeo. L'idea proviene dalla produttrice Vanessa Zuylen che, incantata dalla pellicola argentina, mai distribuita in Europa, decide di comprarne i diritti. Così, il regista Laurent Tirard gira una pellicola non più strappalacrime, ma umoristica, in grado di donare alla trama una leggerezza non riscontrabile nell'originale argentino. I personaggi principali, Alexandre e Diane, vivono la loro storia d'amore, circondati dalla segretaria, dall'ex marito e da familiari che sono la parte esilarante del film. Alexandre, nonostante la statura, è un personaggio con grande dignità e amor proprio: è un architetto di fama, benestante, con una bella casa, un figlio (Cèsar Domboy) e un cane di taglia forse un po' troppo grande. Diane, donna in carriera, non crede più nell'amore ma non saprà dire di no al suo fascino. Anche se la relazione non sarà delle più facili. Il "dislivello" fra i due è compensato dalle gag comiche, che donano leggerezza alla trama, altrimenti di tematica non molto facile. Il film non si rivolge solo alle persone piccole di statura, ma a chiunque abbia dei complessi, invogliando a superare gli ostacoli e godersi la vita. Il regista Laurent Tirard torna sugli schermi con una storia decisamente fuori dai suoi canoni. Se nelle pellicole precedenti lo abbiamo visto alle prese con un adattamento di fumetti, ad esempio Asterix e Obelix al servizio di sua maestà (2012) e Le Vacanze del Piccolo Nicolàs (2014), qui perde il suo stile di regia quasi "onirico" in favore di una commedia delicata e sensibile. La pecca - e anche l'errore in cui si poteva cadere molto facilmente, visto l'argomento - sono le scene da slapstick comedy, fin troppo reiterate e, a lungo andare, noiose. Eppure il film è piacevole, con il Premio Oscar Jean Dujardin, qui squisitamente comico, e Virgin Efra che risulta un'ottima coprotagonista.