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La mia famiglia a soqquadro

29/03/2017 11:00

Angela De Angelis

Recensione Film,

La mia famiglia a soqquadro

Una commedia garbata, che parla della famiglia di oggi

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Martino (Gabriele Caprio) ha 11 anni e frequenta la prima media in un costoso istituto privato, dove tutti i suoi compagni sono figli di genitori separati. Tutti quanti sfoggiano vacanze di lusso e regali tecnologici, mentre Carlo (Marco Cocci), il padre di Martino, e la madre Anna (Bianca Nappi) sono contrari a tablet e smartphone e passano le vacanze in paesini italiani di improbabili nomi. Ma si amano, e sono una coppia inossidabile. A Martino questa situazione non va giù: così mette in atto un piano diabolico per far litigare i genitori, sfruttando quelle piccole debolezze che qualunque coppia normale ha. Ben presto però la situazione prenderà una piega inaspettata.


Girato interamente a Terni, La mia famiglia a soqquadro è diretto da Max Nardari, che aveva già girato un cortometraggio nel 2008 su temi simili, Il regalo più bello. Il film è stato fortemente voluto dall’autore, che ne è anche coproduttore insieme alla madre Renea Rocchino Nardari, già autrice del romanzo Figli Violati a cui il prodotto cinematografico è ispirato. La trama si basa infatti su esperienze autobiografiche del regista, che commenta così la sua opera: «Abbiamo tenuto particolarmente a creare una realtà non geograficamente e socialmente definibile, cosicchè il film potesse godere di un respiro universale». E il risultato sembra essere riuscito in questo intento: supportato dall’indipendenza produttiva e anche distributiva, il film è stato venduto in Inghilterra, Cina e Giappone e pare che diventerà un remake oltreoceano. Il respiro universale, quindi, c'è.


La mia famiglia a soqquadro è una commedia di stile francese, che con mano leggera introduce tematiche molto importanti del mondo odierno: l’omologazione a ogni costo, il divorzio e le crisi coniugali, il bullismo nelle scuole. Il messaggio morale resta sempre sul filo dello scherzoso ed è affidato a un cast molto ben congeniato. Convincono specialmente il piccolo protagonista Gabriele Caprio e la frizzante nonna, una splendida Eleonora Giorgi di ritorno al cinema dopo diversi anni. Non benissimo Marco Cocci, invece, tutto smorfie e ammiccamenti, fuori luogo soprattutto nel momento più toccante del film, quello in cui i genitori di Martino si confrontano e mettono a nudo le loro frustrazioni e le rinunce fatte per la famiglia. Il film soffre forse la quantità eccessiva di temi da sbrogliare e l’impostazione da fiction televisiva; ma tutto sommato rivela un messaggio molto positivo sia per i ragazzi che per i meno giovani. Un po’ come nel finale dal bellissimo Mrs. Doubtfire, e in linea con tutti i rivolgimenti e le famiglie allargate con cui conviviamo oggi, alla fine la cosa più importante non è che i genitori si amino per forza l’un l’altro ma che trasmettano ai figli l’amore che provano per loro e il rispetto che si deve portare agli altri.


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