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Io danzerò

19/05/2017 11:00

Samantha Ruboni

Recensione Film,

Io danzerò

La storia di una donna che ha fatto la storia

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La storia di Loie Fuller (Soko), una delle figure più importanti del panorama artistico di inizio '900. Colei che grazie alla sua danza con veli di seta e luci colorate ha dato il via alla rivoluzione delle arti, che dalla Francia si è espansa in tutto il mondo, regalandoci un modo nuovo di vedere e creare. Una figura nascosta e non molto conosciuta, se non dagli addetti ai lavori. Una danza impercettibile e astratta, fisica e corporea che diverrà il simbolo di una nuova generazione e di una nuova epoca. Presentato in concorso al 70° Festival di Cannes nella categoria Un Certain Regard, esordio dietro la macchina da presa di Stephanie Di Giusto, Io Danzerò risulta un film intimo ed elegante, che cerca di entrare nella psiche di una donna e della sua epoca. Mary-Louise Fuller, nome d'arte Loie Fuller, è una ragazza intellettuale e intraprendente che dopo l'uccisione del padre, decide di lasciare il paesino sperduto in cui vive con l'intenzione di diventare famosa e importante. Raggiunge quindi New York, ma una mentalità troppo chiusa non le permette di sfondare. Con l'aiuto del ricco Louis riesce ad arrivare in Francia, all'epoca culla delle avanguardie. A causa di un incidente durante una rappresentazione teatrale, crea ciò che la renderà famosa: la serpentine dance, la sua danza con veli e luci colorate che incanterà il mondo intero, diventando uno dei punti di riferimento per artisti come Henri de Toulouse-Lautrec, Rodin e i fratelli Lumiere, che troveranno in lei una musa per le loro creazioni. Il suo spirito pionieristico sarà d'esempio per molte altre ragazze, che vorranno imparare l'arte della danza coi veli nella sua Comune. Ma l'arrivo in questa pacifica comunità di Isadora Duncan (Lily-Rose Depp), metterà a repentaglio l'unione e l'armonia.


Con un interessantissimo esordio alla regia, Stephanie Di Giusto ci porta all'interno della particolare vita di Loie Fuller in maniera delicata e intimistica. La macchina da presa si muove elegantemente in mezzo alle storie che compongono la vicenda: le sequenze della serpentine dance sono mozzafiato e riescono a donarci la sensazione di trovarci nel parterre del teatro durante l'esibizione della Fuller, della quale non abbiamo documentazione, se non per alcuni scatti o dipinti. Ciò che in questo film viene analizzato è soprattutto la donna che sta dietro a Loie Fuller: coraggiosa e caparbia, che non ha paura di mettere a repentaglio tutto pur di ottenere quello che vuole. Una donna forte ma anche fragile nella scoperta del mondo e della sessualità, che verrà attaccata proprio nel punto più profondo del suo essere dalla sua allieva prediletta. La storia toccante e commovente di un'artista in un'epoca di rivoluzione.


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