photo

NETFLIX

copertine blog.jpeg

NOW TV

le parti noiose tagliate
footer

facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram
pngwing.com(17)
sis nero
sisbianco
sisbianco

REDAZIONE
Via Carlo Boncompagni 30
20139 Milano (MI)
+39 340 5337404
ufficiostampa@silenzioinsala.com

 

REDAZIONE
Via Carlo Boncompagni 30
20139 Milano (MI)
+39 340 5337404
ufficiostampa@silenzioinsala.com

 

un progetto di Piano9 Produzioni

CONTENUTI IN EVIDENZA

La Bella e le Bestie

26/07/2018 11:00

Samantha Ruboni

Recensione Film,

La Bella e le Bestie

Una storia potente, la cui visione è consigliabile a tutti

43031-.jpeg

Tunisi. Mariam partecipa a una festa del collegio, dove incontra il giovane e tenebroso Youssef. I due si allontanano dal party, per conoscersi in tranquilllità, ma è in quel momento che per loro inizia un incubo. Presentato a Cannes 2017 nella sezione Un Certain Regard, La bella e le bestie è tratto dal romanzo, storia vera, di una vittima di strupro. La storia viene però cambiata e rimaneggiata per motivi di sceneggiatura, per renderla universale. Mariam è giovane, e come tutte le ragazze delle sua età vuole uscire, divertirsi, conoscere nuove persone. Ma siamo nella Tunisia del regime di Ben Ali: le donne hanno il coprifuoco e le violenze sono all'ordine del giorno. Per Mariam, chiusa in un collegio femminile, la festa scolastica è l'unica serata di libertà. Youssef è bello e misterioso; non riesce a toglierle gli occhi di dosso e così i due si piacciono e decidono di passare del tempo insieme sulla spiaggia. Qui inizia l'inferno. Lo spettatore non capisce cosa stia accadendo. Il montaggio è serrato e il jump cut ci catapulta nel post-atto. La regista ci vuole raccontare non l'atto in sé, ma tutta la vicenda kafkiana di cui sarà protagonista la vittima per poter far valere i suoi diritti. E per raccontarla decide di usare i codici del cinema di genere, con una suspance da horror.


Mariam troverà molte donne sul suo cammino, ma tutte la tratteranno con indifferenza, banalizzando la sua tragedia e trattando lo stupro con sospetto e indifferenza. Un disprezzo e un sospetto "aggravato" anche dall'abbigliamento: il vestito di Mariam diventa la giustificazione di quello che è successo, un motivo per colpevolizzare la vittima. La regista Kaouther Ben Hania, da sempre realizzatrice di documentari, decide di portare la realtà anche in una pellicola di finzione. Riesce a ottenerla tramite un largo uso di piani sequenza; mentre la tensione è data dai jump cut, che sanciscono la divisione in capitoli dei film. La sceneggiatura, reinterpetazione di una storia vera, dà voce a tutte le donne che non vengono ascoltate; ma il rimaneggiamento rende la trama troppo schematica e semplicistica. La recitazione risulta acerba, con picchi di profondità e allo stesso tempo di esitazione. Eppure siamo davanti a una storia potente e profonda: una visione da consigliare.


ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

cinemadvisor

Silenzioinsala.com © | All Right Reserved 2021 | Powered by Flazio Experience e Vito Sugameli


facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram

facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram

ULTIMI ARTICOLI

joker