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Firenze e gli Uffizi 3D/4K

18/09/2017 10:00

Alessia Bertolino

Recensione Film,

Firenze e gli Uffizi 3D/4K

Firenze svela e mostra i suoi tesori più preziosi

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L’arte plasmò Firenze o Firenze plasmò l’arte? È questo l’interrogativo amletico che percorre Firenze e gli Uffizi, film di Luca Viotto prodotto da Sky 3D in collaborazione con Sky Arte HD, Nexo Digital e Magnitudo Film. La tecnologia 3D e la risoluzione in 4k garantiscono un’esperienza di visione perfetta e a dir poco sorprendente: così lo spettatore può conoscere la massima illusione multisensoriale.


È un Lorenzo de’Medici (forse troppo affascinante rispetto ai ritratti fornitici dalle fonti storico-artistiche), interpretato dall’attore britannico Simon Merrells, a scandire l’andamento del docufilm.


Nostalgico e malinconico, fa ricorso a citazioni storiche e poetiche per sostenere e valorizzare l’esile impianto narrativo. Immancabili le interviste a esperti e storici dell’arte come Marco Ciatti e Antonio Natali, ex direttore della Galleria degli Uffizi. D’altro canto il film del regista milanese non è da ascoltare: semplicemente si guarda, si contempla. Firenze e gli Uffizi 3D/4K è una passeggiata per i vicoli, le piazze e i musei principali di Firenze, una visita guidata e privilegiata.


Culla della cultura rinascimentale, Firenze si racconta in un susseguirsi di suggestive riprese aeree e panoramiche ma, più di tutto, svela e mostra i suoi tesori più preziosi. La cupola di Santa Maria del Fiore, Palazzo Vecchio e Piazza della Signoria, l’incantevole Galleria degli Uffizi, Ponte Vecchio. I nomi di Donatello, Vasari, Brunelleschi, Leonardo, Botticelli, Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, Artemisia Gentileschi sono soltanto alcuni dei giganti della Storia dell’Arte rinascimentale mondiale - oltre che fiorentina - citati e accuratamente filtrati attraverso alcune delle loro opere più celebri.


Dolly, bracci meccanici e carrelli sono adoperati per ottenere riprese lente e dense di pause (talvolta persino troppo estese), che conferiscono al film un andamento altrettanto rilassato. I movimenti di macchina sono fluidi e attenti. La macchina da presa ora oltrepassa la superficie pittorica delle tele dipinte; ora si avvicina pericolosamente al David, il gigante di marmo scolpito dal Buonarroti; ora scruta e respira la pittura ad affresco della Cappella Brancacci, opera di Masaccio e Masolino; infine si arresta davanti alla bellezza delle opere del Botticelli. La Nascita di Venere, non a caso, è stata selezionata tra mille altre opere per la locandina del docufilm. Tra le opere “tridimensionalizzate” per un’esperienza multisensoriale si ricordano lo Scudo con la testa di Medusa (Caravaggio), la Primavera, la Nascita di Venere (entrambe di Botticelli), l’Annunciazione (Leonardo da Vinci) e il Tondo Doni (Michelangelo). Meticolosa la post produzione (soprattutto in termini di color correction), di cui talvolta si abusa alterando - anche se in minima parte - la cromia delle opere e le vedute paesaggistiche di una città che ha ispirato gli artisti, ma che al contempo l’arte stessa ha contribuito a rendere immortale.


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