Seguito di Nut Job – Operazione noccioline del 2014, Nut Job 2 - Tutto molto divertente riprende le fila del primo film, mostrandoci la vita dei roditori dopo essersi accaparrati il negozio di noccioline, obiettivo dell'episodio precedente. Ora che hanno tutto a disposizione, i protagonisti sono diventati grassottelli e pigri e non spendono più tempo nel parco cercando ghiande da mettere via per l'inverno. Ma il nuovo sindaco decide che al posto del paradisiaco giardino ci debba stare un parco divertimenti. Con l'esplosione del negozio di noccioline per via di un incidente, la gag deve tornare a vivere nel parco, dove però sono all'opera gli scagnozzi del sindaco. Riusciranno i nostri eroi a salvare la loro oasi e a tornare a viverci? Nut Job – Operazione noccioline ci parlava, in maniera anche divertente e originale, di un gruppo di roditori che decide di appropriarsi di un negozio di noccioline in disuso diventato sede della gag mafiosa del quartiere. In questo secondo episodio, invece, assistiamo, in maniera per nulla originale, a un ritorno a ritroso della trama. Perso il negozio, il gruppo di animaletti deve fare di tutto per trovare un altro alloggio; e con il parco ormai smembrato, la ricerca risulta più dura del previsto. Tra campi da golf e topi di città , dovranno mettere insieme le forze per sconfiggere il sindaco e riprendersi Liberty Park. Un personaggio nuovo è il topino Mr. Feng, carino, bianco e dolce, ma in realtà un maestro di kung-fu che odia essere chiamato cucciolo. La tendenza di Nut Job 2 - Tutto molto divertente è puntare su occhioni grandi e pancini pelosi, ma non risulta abbastanza per portar avanti un lungometraggio. Fin dal principio la trama risulta superficiale, non ben stratificata come risultano ormai la maggior parte delle pellicole di animazione: se sul pubblico più giovane Nut Job 2 - Tutto molto divertente può ancora fare presa, gli adulti si annoieranno senza rimedio. Nel finale la trama sembra riprendersi, qualche originalità e una selezione musicale degna di nota, ma il tutto viene distrutto dalla scelta – criticabile – della produzione italiana di mettere come tema principale la canzone di Rovazzi Andiamo a comandare: non solo stona con le musiche che hanno accompagnato la storia, ma questo motivetto è ormai obsoleto e le nostre orecchie sono stanche di sentirlo.