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Girl (2018): un'opera lieve e allo stesso tempo grave

22/09/2018 11:00

Emanuela Di Matteo

Recensione Film, Film LGBT, FIlm LGTB+,

Girl (2018): un'opera lieve e allo stesso tempo grave

I tormenti di una giovane anima, nascosti dietro il sorriso angelico di una ragazzina

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L'identità sessuale e, si potrebbe dire, l'identità in generale è qualcosa di talmente intimo e delicato - soprattutto nell'adolescenza, età delle trasformazioni - che non è semplice da descrivere e raccontare. Lontanissimo da stereotipi, paure, pregiudizi culturali, la più recente generazione di giovani registi sta provando e riuscendo in questa impresa. Nel 2017 la ventisettenne Anahita Ghazvinizadeh con l'evanescente They, aveva descritto il periodo sospeso di un quattordicenne in cura ormonale per ritardare la pubertà, in attesa di scegliere se effettuare o meno la transizione a un altro sesso. Quasi coetaneo di Anahita, il regista belga Lukas Dhont con Girl racconta una storia che ha una premessa identica. Ma Lara, interpretata dal formidabile Victor Polster, pur essendo appoggiata e fortemente amata dal padre (Arieh Worthalter), tenera col fratellino e sostanzialmente accettata da quasi tutti i suoi coetanei (quasi tutti) non vive in un mondo perfetto. E, soprattutto, a differenza del protagonista di They ha ben chiara la sua scelta. Girl è la storia di un quindicenne, che vuole diventare quello che nella sua identità è già (una ragazza) e quello che vuole essere (una ballerina di danza classica). Lara è nata in un corpo maschile e il suo sesso rappresenta per lei una deformità, un errore da correggere al più presto e del quale si vergogna profondamente, perchè non la identifica e non le appartiene. Quel corpo le impedisce di essere se stessa, di sperimentare le prime esperienze d'amore coi coetanei in modo spensierato; la pone in una condizione di dissonanza e diversità costanti.

 

Lukas Dhont ambienta felicemente la sua storia nel competitivo e duro mondo della danza, nel quale i corpi si piegano alla volontà dei ballerini, vincono la gravità, si trasformano. Il parallelo con il cambiamento che Lara vorrebbe effettuare su se stessa è evidente: Lara è fragile, ma allo stesso tempo una giovane persona determinata. Girl, attraverso una trama che scorre semplice, ci mostra i tormenti atroci di una giovane anima, nascosti dietro il sorriso angelico di una ragazzina. Apre una finestra su un’interiorità fatta di paure e desideri nascosti, oltre l'apparenza. Lukas Dhont possiede tutti i requisiti di un abile narratore e decide di raccontare attraverso gli oggetti, le persone e le cose sulle quali si posa lo sguardo di Lara. Una scelta delicata e riuscita, soprattutto nella prima parte del film. Pluripremiato all'ultimo Festival di Cannes, Girl è un'opera lieve e allo stesso tempo grave, importante per conoscere e capire e per andare al di là, oltre le immagini dello schermo.

 

 

 

 

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