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I sette samurai

14/04/2010 10:00

Maurizio Encari

Recensione Film,

I sette samurai

I sette samurai di Akira Kurosawa è un’opera che travalica ancora oggi le barriere del tempo...

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I sette samurai di Akira Kurosawa è un’opera che travalica ancora oggi le barriere del tempo. Una storia epica di eroi e guerrieri, ispirazione per quel caposaldo del western come I magnifici sette, rifacimento in chiave yankee di questa gloriosa impresa cinematografica di matrice nipponica. Un'odissea ciclopica nella sua lunghezza originaria, di circa duecento minuti (ridotta poi a 160 per il suolo nipponico, e a 130 nella versione internazionale), entrata a pieno diritto nella storia della cultura giapponese. Se già il nome di Kurosawa era ben conosciuto anche al di fuori dei lidi nazionali, grazie al suo primo capolavoro Rashomon, è con questa quattordicesima pellicola che il regista di Tokyo ottenne la consacrazione mondiale, e ad oggi I sette samurai può forse essere considerato il più famoso lungometraggio orientale del mondo. Nonostante la vicenda sia ambientata in epica medioevale, siamo di fronte a uno specchio del Giappone "sopravvissuto" alla seconda guerra mondiale, lambendo più volte il confine tra antico e moderno.


Epoca Sengoku, XVI secolo, Giappone. I contadini sono preda di assalti di briganti che razziano e uccidono senza pietà chi si oppone ai loro soprusi. Un villaggio sceglie di non sottostare più alle loro angherie, e decide di cercare dei samurai da assoldare per difendere le loro case e le loro famiglie. Missione non semplice, dato che, a causa della povertà, l'unica offerta possibile è quella del vitto e dell'alloggio. Un gruppo di contadini si reca perciò alla città più vicina nella speranza di trovare dei samurai disponibili ad accettare la poco remunerativa impresa. Nonostante il numero richiesto fosse di quattro, alla fine saranno ben sette i guerrieri che arriveranno in aiuto al villaggio. Tra di loro vi è il saggio Kambei (Takashi Shimura), leader spirituale del gruppo, e il rozzo Kikuchiyo (Toshiro Mifune), vicino allo spirito contadino e voglioso di divenire un vero samurai in battaglia. Così ha inizio la loro epica e improba impresa: un manipolo di eroi in lotta contro forze di gran numero superiore e meglio equipaggiate.


Uomini votati alla morte, alla ricerca di qualcosa di più grande che semplici beni materiali, ma che incanalano tutte le loro forze e i loro pensieri per un fine più grande, per uno scopo supremo che consista in una metaforica vittoria del bene contro la malvagità. Da sempre la drammaturgia cinematografica ha raccontato storie di eroi, spiriti erranti pronti a sacrificarsi per gli altri. Poche volte però lo ha fatto con un'intensità e una magia tale come quelle presenti ne I sette samurai. Il forte contrasto tra le due figure cardini della storia giapponese, i samurai e i contadini, è il centro essenziale della carica drammatica: coraggiosi e indomiti i primi, paurosi e restii alla lotta i secondi. E quando queste due anime assai diverse si incontrano, accade il miracolo, la resurrezione di uno spirito comune che porta alla più avvincente e appassionante delle battaglie. Non è soltanto un conflitto materiale, ma soprattutto morale, tra due mondi che uniti all'altisono uniscono le proprie forze. È perciò fondamentale la presenza del personaggio di Mifune, esempio perfetto di uomo comune pronto ad assumere a un ruolo più grande, collante perfetto tra queste due realtà. Ma tutti i protagonisti sono tratteggiati finemente, con caratteri ben delineati che emergono, pur a piccole dosi, sontuosi e ben esplicati grazie anche al minutaggio corposo. Kurosawa vuole mostrare un Giappone ancora spiritualmente provato dalla disastrosa sconfitta nella guerra mondiale, dai disastri atomici di Hiroshima e Nagasaki, ma pronto a rialzarsi e dimostrare quale forza abiti ancora nei cuori del popolo. Tecnicamente parlando, la realizzazione è ineccepibile, da una fotografia che mette in risalto la bellezza dei paesaggi e delle scenografie – che emergono maestose grazie a un magnifico bianco e nero – alle musiche che immergono totalmente la narrazione nell’atmosfera epica, fino alle mastodontiche scene di battaglia, con l'uso di centinaia di comparse e velleità coreografiche d'alta scuola. Lontano da ogni retorica e dai virtuosismi visivi ed estetici dei kolossal americani, I sette samurai è una vera e propria leggenda, marchiato a fuoco nella storia del cinema.


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