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The Twilight Saga: Eclipse

28/06/2010 10:00

Angela De Angelis

Recensione Film, Film Fantasy, twilight,

The Twilight Saga: Eclipse

Cosa succederebbe se, per gusto e comodità, cucinassimo in abbondanza del buon cibo per poi mangiarlo a diverse riprese? Che quel cibo, a lungo andare non sembr

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Cosa succederebbe se, per gusto e comodità, cucinassimo in abbondanza del buon cibo per poi mangiarlo a diverse riprese? Che quel cibo, a lungo andare non sembrerebbe più così buono, ma diventerebbe insipido come la solita minestra. Questo quanto successo con il franchise di Twilight. Sebbene anche stavolta il film rispetti quasi totalmente il libro di Stefhenie Meyer, che come al solito ha collaborato nella stesura della sceneggiatura, lo smalto che ha fatto apprezzare questa saga agli adolescenti di tutto il mondo e incuriosire gli adulti a loro vicini, si è sicuramente perso tra i boschi canadesi.


Bella Swan (Kristen Stewart) sta convincendo il suo Edward Cullen (Robert Pattinson) a trasformarla in un vampiro, in modo che possano stare insieme per sempre. Nel frattempo, nella vicina città di Seattle, una forza oscura sta creando un esercito di vampiri NeoNati, ovvero appena trasformati, fortissimi e sempre assetati di sangue nella prima fase della loro nuova vita. Ignari di chi vi sia dietro questa scia di morte, Bella e Edward si concentrano frattanto sull’imminente diploma, sulla fatale decisione di Bella e sulla rivalità tra Edward e Jacob (Taylor Lautner), espressione di quella più antica tra licantropi e vampiri. Ma le due specie eternamente in lotta, dovranno allearsi contro l’esercito di vampiri affamati che si sta avvicinando a Forks, e contro il potenziale intervento dei Volturi, mitiche creature a capo di tutti i vampiri. In un crescendo di intricate situazioni, Bella imparerà molte cose sulle leggende dei licantropi, conoscerà il passato del clan dei Cullen, dovrà ammettere i suoi sentimenti per il giovane Jacob, e dovrà mettere in secondo piano Edward per la salvezza delle persone a cui tiene.


Seppur ci si rifaccia fedelmente al romanzo – con l’unica eccezione del personaggio del vampiro NeoNato Riley (Xavier Samuel), qui più approfondito psicologicamente – sceneggiatura e dialoghi risultano prevedibili e danno la sensazione di assistere ad un episodio di una serie televisiva, piuttosto che ad un sequel cinematografico. Del resto è proprio quella nicchia di pubblico che la Meyer è riuscita a colmare, dando ai fan delle teen-series americane una letteratura che mancava e su cui fantasticare. Se il primo film si faceva guardare con piacevolezza grazie all’ingenuità e freschezza della storia d’amore, ed il secondo risultava abbastanza godibile in quanto introduceva azione ed avventura nelle dinamiche del primo, quest’ultimo capitolo è totalmente privo di qualunque elemento nuovo, sia narrativo che visivo. Tutto viene dato per scontato: le creature fantastiche, le relazioni tra i vari personaggi, le ambientazioni. Lì dove nei primi due capitoli della saga si permetteva anche a chi non conoscesse i romanzi di immergersi nelle atmosfere e psicologie del racconto, in questo terzo episodio, tutto avviene in maniera sincopata e banale, condensando tantissime informazioni in poco tempo, rendendole peraltro vorticose e superficiali.


La mano alla regia cambia di nuovo, stavolta con David Slade, già apprezzato proprio con l’horror vampiresco 30 Giorni di Buio. Ma lo stile frazionato in scene madri ad alto tasso adrenalinico, intramezzate dalle (ormai insopportabili) sequenze d’amore tra i due protagonisti, non riesce a diminuire la sensazione di avere davanti personaggi ripetitivi, senza anima, che non emozionano. Se il secondo capitolo della saga ci propinava melensaggini adolescenziali, questa volta sono i siparietti di gelosia tra il vampiro gigione e il lupo desnudo a far gridare al “preconfezionato per ragazzine urlanti”. La risoluzione finale, col concludersi della vicenda sospesa con la vampira Victoria, lascia decisamente delusi, visto che era il motivo trainante di tutta la storia. Forse anche evidenziato dal cambio d’attrice nel ruolo della perfida rossa, decisamente meno algida e glaciale nelle fattezze e nei movimenti. Ancora vario e movimentato nella storia, questo nuovo capitolo evidenzia ancor più degli altri il taglio decisamente commerciale della produzione, stavolta a discapito pesante della qualità: solamente i "Team Edward" e i "Team Jacob", così come si chiamano negli Usa le due fazioni, potranno non storcere il naso.


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