Frizzante commedia con un retrogusto amaro e tristo, L’uomo che amava le donne fu girato da Francois Truffaut nel 1977. La pellicola narra le gesta erotiche e seduttive di Betrand Morane, un Charles Denner alla sua più celebre interpretazione e sicuramente in forma. Il leit motiv del film è la decisione di Bertrand di scrivere un diario della propria vita da seduttore, il che lo porterà a ripercorrere tutte le tappe della sua vita, e a farlo riflettere su molte cose. Dalla sua infanzia in cui era un ragazzino timido e impacciato (leggermente tiraneggiato dalla madre libertina e severa) fino alla sua morte (che avviene poco dopo la consegna all’editore del diario), ci viene mostrato un uomo pieno di vitalità, nonché per quanti cuori abbia infranto, di una certa sensibilità umana: va a letto con le donne col motto di “tu sei libera, io sono libero, siamo liberi tutti” e che nel tanto sesso, alito di vita, non trova comunque altro che la sua solitudine. Il grande pregio di L’uomo che amava le donne, una delle ragioni che lo rendono tanto apprezzabile, è che pur essendo un adorabile commedia, in cui le risate di buon gusto non mancano mai, è al contempo – quasi involontariamente – una profonda riflessione su cosa sia l’amore e sulla natura del libertinaggio – nei suoi aspetti, vitali e positivi, come negli altri. E sottese a tutta la pellicola – ma di colpo svettanti in una scena ad alta intensità drammatica, una delle poche del film – ci sono le intelligenti intuizioni che quanto sesso e libertinismo sono alito di vita e di divertimento, quanto la libertà sentimentale che presuppongono sia solitudine. Come dire sesso = vita = solitudine. Una pellicola certamente consigliata dunque, in cui, come nelle altre migliori prove di Truffaut, si toccano argomenti gravi con passo leggero.