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Fried Barry (2020): la recensione dell'horror allucinato di Gary Green al TFF38

26/11/2020 18:24

Marcello Perucca

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Fried Barry (2020): la recensione dell'horror allucinato di Gary Green al TFF38

Cosa succede quando, a Cape Town un alieno arriva sulla Terra e si installa all’interno del corpo di un eroinomane?

Cosa succede quando, a Cape Town un alieno arriva sulla Terra e si installa all’interno del corpo di un eroinomane?

 

Ce lo racconta il regista inglese Ryan Kruger in Fried Barry, presentato nella sezione Le stanze di Rol del 38° Torino Film Festival. "Barry il Fritto", che ha il volto scavato e allucinato dell’attore Gary Green, è un disperato che si fa di alcol ed eroina per le strade di Cape Town.

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Dopo essere uscito di casa sbattendo la porta, tra le urla della moglie che gli rinfaccia di non portare a casa neanche un soldo per sfamare lei e il figlioletto, inizia a girovagare per le strade della metropoli sudafricana. Quando, improvvisamente, viene fatto oggetto di visita da parte di un alieno che prende possesso del suo corpo. 

Inizia così per Barry una notte dissoluta fatta di sesso sfrenato, droga, sangue (con il volto di Gary Green che assume espressioni ancora più allucinate, distorte e innaturali). Barry inizia miracolosamente a compiere delle buone azioni, salvando una prostituta dal suo aguzzino e un gruppo di ragazzini prigionieri di un serial killer. 

Nel film tutto è eccessivo. Kruger, regista inglese trapiantato in Sudafrica, con un passato nei videoclip, si rifà chiaramente alla controcultura Zef che esalta il cattivo gusto, lo schifo e l’eccesso per rappresentare tutte le contraddizioni dei bianchi in Sudafrica. 

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Soprattutto nella parte iniziale, non mancano alcuni momenti divertenti in cui vediamo uno schizzatissimo Fried Barry girovagare per le strade notturne di Città del Capo, riprese con luci dai colori saturi, in un tripudio di immagini lisergiche. Si sorride anche quando Barry viene arrestato e rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Nel reparto sentiamo in sottofondo echeggiare le note di una musica classica e scopriamo che uno degli ospiti della clinica si chiama niente meno che Martini, omaggio al Milos Forman di Qualcuno volò sul nido del cuculo.

Purtroppo, però, il film perde ben presto il suo smalto iniziale, diventando piuttosto ripetitivo e appesantendosi notevolmente nel prosieguo. Lo tengono in vita un montaggio serrato e lo sguardo allucinato del protagonista, in scena dall’inizio sino alla fine. Ma tutto questo è troppo poco per salvare questo primo lungometraggio di Ryan Kruger.  


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Genere: horror

Titolo originale: Fried Barry

Paese, Anno: Sudafrica, 2020

Regista: Ryan Kruger

Produttore: Ryan Kruger

Sceneggiatura: Ryan Kruger

Interpreti:  Gary Greene, Chanelle de Jager, Brett Williams, Joey Cramer, Bianka Hartenstein

Fotografia: Roman Müllegger

Durata: 99'

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