Breeder, film danese diretto da Jens Dahl e sceneggiato da Sissel Dalsgaard Thomsen, viene presentato nella sezione Le stanze di Rol al 38° Torino Film Festival. Mia (Sara Hjort Ditlevsen) è la moglie di Thomas Lindberg (Anders Heinrichsen), un veterinario che, insieme alla sua socia, la dottoressa Isabel Ruben (Signe Egholm Olsen) gestisce un centro di ricerca e una clinica per ricchi in cui si sperimenta un particolare metodo per bloccare il processo di invecchiamento.
Ma per poter condurre le ricerche sulle cellule staminali e poter così raggiungere i lauti guadagni che i due si prefiggono, vengono segretate nei sotterranei e sottoposte a torture - agghiaccianti esperimenti - giovani donne, marchiate con una sigla su un braccio e mantenute in gabbia alla pari di animali da laboratorio (questo marchio impresso a fuoco sulla carne non può non far venire in mente l’orrore dei campi di concentramento).
Anche Mia cadrà nella trappola: nel tentativo di salvare una giovane donna russa, ferita durante un tentativo di rapimento, segue il marito sino al centro di ricerca, dove cadrà ella stessa prigioniera. Inizia così il suo incubo.
Siamo di fronte a un horror/thriller claustrofobico ed estremamente violento, che si pone la domanda su quale sia il limite etico a cui può arrivare la scienza. Breeder mischia varie tipologie di generi, dal medical thriller al torture movie, fino al rape and revenge. Utilizza una serie di cliché che, anziché regalare tensione, rendono (soprattutto dalla metà in poi) tutto abbastanza scontato. Si scade quasi nel ridicolo in un paio di scene finali.
Breeder è un film in cui domina una fotografia cupa, con colori desaturati che accentuano il senso di claustrofobia delle scene girate, per la maggior parte, nei sotterranei di una vecchia fabbrica. Dehl punta molto sulle scene di violenza compiute ai danni delle prigioniere dai due carcerieri, che di umano non hanno nulla, se non le fattezze. Tanto che vengono chiamati semplicemente “il cane” e “il maiale”. Due esseri psicotici violenti che si accaniscono con gusto sadico e perverso sulle povere prigioniere, tanto che a un certo punto ci si pone la domanda se ci possa essere, da parte del regista, una sorta di compiacimento nel mostrare tanta violenza.
Un film la cui trama regge solo fino a un certo punto, diciamo per la prima metà. Peccato, perché l’idea che sta alla base di Breeder, se sviluppata in maniera adeguata e soprattutto con maggior maestria, avrebbe potuto essere particolarmente intrigante.
Genere: horror
Titolo originale: Breeder
Paese, Anno: Danimarca, 2020
Regista: Jens Dahl
Sceneggiatura: Sissel Dalsgaard Thomsen
Interpreti: Sara Hjort Ditlevsen, Anders Heinrichsen, Morten Holst, Signe Egholm Olsen, Eeva Putro