L’universo cinematografico che ha avuto inizio nel 2013 con The Conjuring conta a oggi 8 film che si collegano tutti alla prima pellicola diretta da James Wan. Un film piccolo, ambientato tutto in una casa, con un pugno di personaggi, che recupera le atmosfere gotiche dei vecchi horror e gioca tantissimo con silenzi, stanze buie e inquadrature lentissime.
Ma anche con effetti sonori sparati all’improvviso a palla solo per farti saltare sulla poltrona, i cosidetti jumpscare, un trucco subdolo per far esplodere la tensione costruita e chiudere in fretta la scena. Il jumpscare può anche funzionare, se usato con parsimonia, peccato che sia diventato il principale motivo d’odio di una certa frangia di spettatori horror. The Conjuring – Per ordine del Diavolo è, con tutti i limiti dei vari jumpscare di cui sopra, un buon film che ha più di un momento ben riuscito.
Dopo 8 film che hanno più o meno ruotato attorno al demone Valak, indagandone le origini e raccontandoci le storie delle persone che ha distrutto, la saga di The Conjuring decide di fare un passo indietro: ritorna alle origini e rimette al centro della storia gli indagatori paranormali Ed e Lorraine Warren alle prese con una nuova minaccia.
Il Diavolo. E il mood del film è chiaro sin dal titolo: The Conjuring - Per ordine del diavolo, anche se l’originale, The Devil made me do it, il Diavolo me l’ha fatto fare, è decisamente più evocativo. Giusto per togliere ogni equivoco dalla piazza, dopo 5 minuti di film abbiamo una bella, chiara, didascalica (pure un po’ pacchiana) inquadratura che strilla L’Esorcista.
Ma, davvero, perché per ogni film che evoca il Diavolo c’è la necessita di citare il film di William Friedkin?
La storia è ancora una volta ispirata a una vera indagine dei Warren (la produzione ci tiene sempre tantissimo a farci sapere che è Tratto da una storia vera, con tanto di immagini di repertorio nei titoli di coda). Nel 1981 i Warren devono vedersela con un bambino posseduto e, dopo aver tentato l’esorcismo, il demone lascia libero il piccolo. Ma non se ne va, come credono i Warren, si impossessa invece di Arne Johnson, spingendolo a compiere un’omicidio che lo porterà in un’aula di tribunale.
Quello che ne segue è diventato noto come Demon Murder Trial (il processo al demonio assassino), uno dei rari casi in cui la difesa in tribunale è stata basata sul fatto che l'imputato fosse posseduto da una presenza demoniaca.
Stavolta James Wan fa un passo indietro. Dopo aver diretto i primi due capitoli di The Conjuring, lascia la regia a Michael Chaves, già regista de La Llorona - Le lacrime del male (che fa parte proprio di questo universo), fortunatamente con risultati più riusciti.
The Conjuring 3 – Per ordine del Diavolo, pure con tutti suoi limiti e semplificazioni, è un buon film. Ha più di un momento ben riuscito, basti pensare alla seconda parte della storia, quando i Warren uniscono le forze con la polizia: tutta la sequenza di Lorraine che vaga nel bosco (l’alternarsi di giorno e notte) rivivendo la notte dell’omicidio funziona bene. Stavolta tocca ammetterlo anche agli l’hater più tenaci di The Conjuring.
Per essere un terzo film di una saga, Per ordine del Diavolo non annoia e trova nei Warren (Patrick Wilson e Vera Farmiga, in particolare) il punto di forza. In fondo ci sono saghe che, al terzo capitolo, arrivano ben più spompate.
Genere: horror, thriller
Titolo originale: The Conjuring: The Devil Made Me Do It
Paese, Anno: USA, 2021
Regia: Michael Chaves
Soggetto: James Wan, David Leslie Johnson-McGoldrick
Sceneggiatura: David Leslie Johnson-McGoldrick
Fotografia: Michael Burgess
Montaggio: Peter Gvozdas, Christian Wagner
Effetti speciali: Wayne Rowe
Interpreti: Vera Farmiga, Patrick Wilson, Ruairi O’Connor, Sarah Catherine Hook, John Noble, Eugenie Bondurant, Shannon Kook, Steve Coulter, Sterling Jerins, Paul Wilson, Charlene Amoia, Ingrid Bisu
Musiche: Joseph Bishara
Produzione: New Line Cinema, The Safran Company, Atomic Monster Productions
Distribuzione: Warner Bros.
Durata: 112 min