Viene proiettato in concorso al 39° Torino Film Festival Between Two Dawns, opera prima del regista turco Selman Nacar. Un dramma che si consuma in una sola giornata, racchiusa fra le due albe del titolo e che affronta un argomento, purtroppo anche da noi, estremamente attuale: quello delle morti sul lavoro.
Il film si apre sull’interno di una fabbrica tessile. Un’immagine visivamente a effetto in cui spiazza il contrasto fra gli enormi rulli che srotolano lunghissime pezze di tela bianca e la fotografia, giocata tutta su tonalità del grigio e del marrone che fanno da contrasto al candido delle stoffe.
A capo della fabbrica c’è Halil (Bedir Bedir), dopo che il padre Ibrahim (Ünal Silver) gli ha ceduto la direzione. Nella gestione dell’azienda, Halil è coadiuvato dal fratello minore Kadir (Mucahit Kocak) il quale, la sera stessa, conoscerà i genitori della fidanzata Esma (Burcu Gölgedar).
Per i due fratelli, già in difficoltà per la scarsa liquidità nelle loro casse, gli avvenimenti precipitano nel corso della mattinata quando, durante una videochiamata con un possibile cliente rumeno, vengono avvisati che, a causa di un macchinario difettoso, Murat, un lavoratore della fabbrica, è rimasto gravemente ustionato.
Portato l’operaio d’urgenza in ospedale e avvisata la moglie Serpil (Nezaket Erden), Halil e Kadir, consigliati da un avvocato privo di scrupoli, che si è reso conto della gravità della situazione, iniziano alcuni tentativi per far passare sotto silenzio la loro negligenza nella manutenzione del macchinario: offrono dapprima il loro aiuto a Serpil e, successivamente, nel tentativo di arrivare a una transazione, le propongono una somma di denaro che, tuttavia, la donna rifiuterà, mostrando grande dignità.
Selman Nacar, autore anche della sceneggiatura, non fa sconti nel realizzare un film duro e critico sul potere e sul cinismo di chi lo esercita.
Descrive un personaggio, quello di Kadir, incapace a prendere in mano la propria vita; non in grado di affrancarsi dalle tradizioni anacronistiche sia del padre, sia dei genitori della fidanzata. Nonostante la sua visione emancipata della vita, è condizionato dal fratello che lo obbliga ad agire in maniera contraria a un’etica morale che possiede ma che non riesce a imporre: il giovane, così, sentirà crollare la terra sotto i suoi piedi, andando rapidamente alla deriva.
Un bell’esordio questo di Selman Nacar, che si pone nella scia dei grandi maestri del cinema turco, da Metin Erksanaz a Yilmaz Güney per arrivare a Nuri Bilge Ceylan.
Un’opera prima matura, con una sceneggiatura e una messa in scena apprezzabili, che denotano buona padronanza della materia da parte di Nacar. Un nome di cui sentiremo ancora parlare.
Miglior Film al TFF39
Genere: drammatico
Paese, anno: Turchia, 2021
Regia: Selman Nacar
Sceneggiatura: Selman Nacar
Fotografia: Tudor Panduru. Montaggio: Buğra Dedeoğlu, Melik Kuru, Selman Nacar.
Intepreti: Mücahit Koçak, Nezaket Erden, Burcu Gölgedar, Ünal Silver, Bedir Bedir, Erdem Şenocak
Produzione: Kuyu Film, Fol Film, Karma Films
Durata: 91'