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Da Lamb a The Witch: perchè il cinema horror è pieno di pecore

15/04/2022 16:02

Samantha Ruboni

Speciale Film, Film a Confronto, Film Horror, Film Fantasy, Film Strani,

Da Lamb a The Witch: perchè il cinema horror è pieno di pecore

Agnelli, pecore, montoni: vi siete mai chiesti perchè gli ovini sono spesso protagonisti di film horror e fantastici? Ve lo raccontiamo noi.

Reincarnazione del demonio, creatura mitologica (come la chimera, mezza umana e mezza capra), animale sacrificale: quando c'è una pecora protagonista di un film sarà sempre meglio non aspettarci niente di buono.

 

E all'immaginario diabolico dell'ovino ha contribuito anche la scienza: del resto, qual è stato il primo animale clonato? Proprio lei, la pecora Dolly. Visto che siamo in periodo di Pasqua, momento dell'anno in cui gli ovini non se la passano proprio alla grande, in questo articolo facciamo una carrellata di pecore, agnelli e caproni malefici provenienti da film horror e fantastici. Così imparate a mangiarveli.

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Pecore e agnelli: una simbologia

La simbologia dell'agnello, lo sappiamo bene, associa da sempre questo animale all'innocenza e alla mansuetudine. Nella cultura cristiana è simbolo della venuta del Messia, ma già dalla tradizione biblico-ebraica è associato al sacrificio. Agnelli e pecore, anche al cinema, rappresentano le qualità più infantili delle persone, quelle che perdiamo con l'età adulta: purezza, innocenza, tranquillità, dolcezza e vulnerabilità.

Ma esiste anche un ulteriore simbolismo, meno noto. Pensateci: cosa fate quando non riuscite a dormire? Contate le pecore! Nel cinema horror e fantastico, quando appare una pecora potrebbe voler dire che ci troviamo in uno scenario onirico o legato al sogno. 

Film in cui tutti questi significati sembrano integrarsi alla perfezione è Lamb di Valdimar Jóhannsson: abbiamo una pecorella infante, il tema della vulnerabilità (dei cuccioli, della Natura, dell'essere umano) ma anche un'ambientazione a metà tra sogno e realtà. Complici anche l'atmosfera e la luce islandese, in Lamb non si capisce nemmeno se è giorno o notte. E se i protagonisti stanno sognando oppure se quello che accade nella trama - parecchio weird - è reale.

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Pecore nel cinema horror

Si sprecano gli esempi di creature mitologiche, una più inquietante dell'altra, che hanno tratti ovini: come la chimera, metà pecora e metà umana. E tornando alla nostra povera pecora Dolly, ai tempi della sua clonazione (1996) non sono pochi quelli che l'hanno considerata un mostro, un essere contro-natura.  

A proposito di creature mostruose e contro-natura, le pecore sono protagoniste del cinema horror. Uno dei film più famosi è Black Sheep: un cult bmovie - al limite della parodia - dove, a causa della crudeltà umana, le pecore diventano mannare. Il tema, in chiave meno ironica, è lo stesso del già citato Lamb: gli ovini, a furia di essere sfruttati e macellati, si stancano di essere mansueti e diventano assassini. Anche quando i presupposti sono surreali e assurdi, il cinema horror arriva ad ammonirci sulle abiezioni della nostra società: in Black Sheep (e Lamb), nello specifico, vuole dirci che se l'essere umano continua a comportarsi da dominatore, la Natura si ribellerà.

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Arieti vendicatori

Anche nel simbolismo ovino abbiamo una questione di genere. Salvo casi come Black Sheep, in cui le pecore si arrabbiano dalla prima all'ultima, di solito funziona così: le agnelline restano innocenti, pure e vulnerabili, mentre gli arieti e i montoni sono animali forti, energici e potenti. Ada, la giovane pecora di Lamb, è una femmina; ma chi diviene simbolo della Natura, pronto a riprendersi ciò che è suo per diritto? Un ariete, anzi un uomo-ariete. In Lamb l'ariete è animale vendicatore ma anche simbolo di forza creatrice (è il "padre" dell'agnellina protagonista), che genera e dà inizio a una nuova specie.

Sin dall'antichità, l'ariete caratterizzava divinità potenti e temute. Nell’antico Egitto il dio Khnum, protettore del Nilo, era rappresentato con corpo umano e testa d’ariete; nella cultura celtica il dio Cernunnos aveva tratti di cervo o di montone. E se ci pensiamo, anche tra i nostri segni zodiacali, l’Ariete viene per primo, è governato da Marte e il suo elemento è il fuoco.

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La capra nel cinema: l'animale del diavolo

La capra ha da sempre una connotazione magica ed esoterica. Nell'antico Egitto si credeva che le prostitute copulassero con un dio dalle sembianze di capra; i Greci la associavano al dio Pan, una creatura metà umana e metà caprina, a cui Plutarco aggiunse una connotazione sessuale: da qui il dio Caprone divenne simbolo di lascivia e l'animale cornuto assume una connotazione negativa che ha il suo picco durante il medioevo cristiano.

La capra, storicamente, è l'animale associato al diavolo: per le corna ma anche per la sua stranissima iride a forma rettangolare, che le dà uno sguardo un po' obliquo e inquietante. E così Satana nell'iconografia inizia a essere ritratto con delle fattezze caprine. 

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Avete presente il famoso capro-espiatorio? È un sacrificio ai demoni. Anzi, precisamente a quegli angeli ribelli - Azael e Shemhazai - che vollero andare ad abitare sulla Terra e si accoppiarono con delle umane. In ricordo dei loro peccati, nelle cerimonie dell’espiazione, veniva buttato un capro giù dalla rupe. Azael divenne poi Azazel, un potente demone delle gerarchie infernali, e il sacrificio del capro divenne un sacrificio al diavolo.

Quando parliamo di demonio, non possiamo non parlare di streghe: durante i sabba, una delle donne presenti era solita indossare una testa di capra. In questo senso un film particolarmente rappresentativo è The Witch di Robert Eggers, che ci fa comprendere perché una caprone nero poteva incutere così tanto timore; per non parlare della bellissima scena finale del sabba, una delle migliori interpretazioni della cerimonia vista sul grande schermo.

In conclusione, chiudiamo con una leggenda buffissima. Secondo il folklore scozzese è impossibile tenere d'occhio le capre per 24 ore di seguito: prima o poi, dovranno assentarsi per far visita al diavolo e farsi pettinare la barba. Pensateci, la prossima volta che incontrate una capra dietro la recinzione.

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