Quindici anni dopo l’ultimo capitolo, Harrison Ford torna a vestire i panni del leggendario archeologo Henry “Indiana” Jones in Indiana Jones e il quadrante del destino, in uscita nelle sale italiane dal 28 giugno.
Nuovo giro nuova corsa: stavolta a dirigere uno degli attori più iconici di Hollywood non è più l’altrettanto iconico Steven Spielberg, regista dei primi quattro capitoli, ma è James Mangold, candidato a due premi oscar per Le Mans ’66 – La grande sfida e Logan.
È il 1969, mentre a New York si celebra l’arrivo dei tre eroi dell’Apollo 11, Henry “Indiana” Jones (Harrison Ford) è mezzo addormentato sul suo divano, distrutto. È a pochi giorni dall’odiata pensione, in più il suo matrimonio con Marion (Karen Allen) è quasi completamente compromesso dopo la morte in guerra del loro unico figlio.
Indy sembra ormai destinato a una triste vecchiaia quando irrompe nella sua vita la giovane e scapestrata Helena (Phoebe Waller-Bridge).
Figlia di Basil (Toby Jones), un amico di vecchia data di Indiana, Helena è sulle tracce della mitica Antikythera, un antico calcolatore meccanico in grado – si pensa – di individuare faglie temporali. Ma sulle tracce del misterioso oggetto c’è anche il Dr. Voller (Mads Mikkelsen), un ex studioso nazista desideroso di viaggiare nel passato per correggere la disfatta di Hitler.
Subentrano così tutti gli ingredienti per una nuova e rocambolesca avventura, un girovagare squisitamente picaresco che faranno capire al granitico personaggio interpretato da Harrison Ford che i dog days sono tutt’altro che finiti.
Raccogliere l’eredità di Spielberg abbarbicandosi in uno dei franchise più conosciuti della storia del cinema non era affatto un’impresa semplice. Ma il lavoro fatto da James Mangold, di certo non uno degli ultimi arrivati, si può considerare meritevole.
Alla regia ritmicamente ineccepibile di Spielberg, vera e propria cifra stilistica dei primi quattro capitoli della saga – compreso l’assai imperfetto Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo –, subentra qui una direzione molto intelligente e rispettosa.
Non ci sono forzature o inutili manierismi narrativi e tecnici; la storia privata di Indy è portata avanti in modo semplice, e non ricade mai in reiterati psicologismi o stucchevoli nostalgie, mentre le scene d’azione sono tutt’altro che deludenti. Ciò che conta è il fascino senza eguali di una storia che non passa; le debolezze di un uomo devoto a un passato che deve essere a tutti i costi conosciuto, compreso, preservato.
Si badi bene: Indiana Jones e il quadrante del destino non raggiunge i livelli altissimi dei primi due capitoli: I predatori dell’arca perduta e Indiana Jones e l’ultima crociata. Potrebbe, in un’ipotetica gerarchia, pareggiare Indiana Jones e il tempio maledetto e superare abbastanza agevolmente Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo.
Difatti, il capitolo diretto da Mangold non può considerarsi esente da alcuni difetti di scrittura. Ad esempio, vi sono gli ultimi trenta-quaranta minuti piuttosto deboli perché incapaci di motivare adeguatamente alcune scelte dei personaggi. In più, l’antagonista del film, l’ossessionato Dr. Voller, risulta a conti fatti un po’ piatto, nonché incapace di sfruttare appeno il talento di un attore come Mads Mikkelsen.
Nonostante ciò, quest’ultimo Indiana Jones può definirsi un’operazione riuscita pur nella sua fisiologica imperfezione. E da qui l’ennesimo “miracolo” compiuto dal più amato degli archeologi: quella sospensione dell’incredulità – questa sì perfetta – che, dribblando in modo genuino alcune inesattezza storiche, riesce a catturare pienamente l’attenzione di qualsiasi spettatore, dal più piccolo ed entusiasta al più maturo e disincantato. È cinema. È racconto soprattutto cinematografico della storia. È Indiana Jones nella sua versione più pura.
Genere: action, avventura
Titolo originale: Indiana Jones and the Dial of Destiny
Paese, anno: USA, 2023
Regia: James Mangold
Sceneggiatura: David Koepp, James Mangold, Jez Butterworth, John-Henry Butterworth
Fotografia: Phedon Papamichael
Montaggio: Andrew Buckland, Dirk Westervelt, Michael McCusker
Interpreti: Antonio Banderas, Boyd Holbrook, Ethann Isidore, Harrison Ford, John Rhys-Davies, Mads Mikkelsen, Mark Killeen, Olivier Richters, Phoebe Waller-Bridge, Shaunette Renée Wilson, Thomas Kretschmann, Toby Jones
Colonna sonora: John Williams
Produzione: Lucasfilm ltd., Walt Disney Pictures
Distribuzione: Disney Pictures
Durata: 142'
Data di uscita: 28/06/2023