Se il mondo cinematografico avesse la struttura della Divina Commedia dantesca troveremmo Rogue al terzo canto dell’Inferno delle pellicole. Non una stroncatura, non un’esaltazione. Ci ritroviamo infatti dinanzi ad una produzione che il caro poeta toscano definirebbe “senza infamia e senza lode”. Non annoia, ma non appaga il palato fine del cineasta. Con il vicino spettatore di turno, un Virgilio porzione singola, ci immergiamo in quest’esplorazione del girone dell’action movie. Qui faremo la conoscenza di due volti differenti della sottile arte della doppia p, Pugni & Pallottole. In questo ring virtuale abbiamo nell’angolo blu sua maestà, l’imperatore delle arti marziali Jet li, e dall’altra parte Jason Statham, il nuovo esponente dell’azione made in occidente, i cui ingredienti principali sono una spiccata ironia pre-tonfata, uno stile greve e sempre rigorosamente sopra le righe. Proprio su questa dicotomia nei protagonisti si fonde l’anima del film, che mostra due lati in ogni sua singola sfaccettatura. I modi spietati e silenziosi di Rogue contro il chiassoso e rissoso atteggiamento del burbero agente Crawford. La brama focosa di vendetta e il desiderio di giustizia. Un incontro-scontro tra due titani, che si cercano, si rincorrono per tutto l’arco del film, dando vita a centotre minuti carichi di tutto ciò che per copione dovrebbe esserci in una produzione di questo genere. Esplosioni, risse, inseguimenti ed un passato oscuro, pronto a riemergere per porre finalmente in luce la cruda verità. Ovviamente se siete alla ricerca di un raffinato film d’autore e siete facilmente impressionabili alla vista del succo di pomodoro cambiate sala, ma se avete voglia di qualche poco edulcorata scazzottata siete i benvenuti nel girone delle botte sonanti. Come un frenetico videoclip o un videogioco. Insert Coin. Questa volta scelgo l’orientale..