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Quartetto pazzo

04/01/2009 11:00

Antonella Sugameli

Recensione Film,

Quartetto pazzo

Il film viene ambientato all’interno di un appartamento romano durante l’occupazione tedesca del 1945, protagonisti sono: Elena (interpretata dalla conturbante

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Il film viene ambientato all’interno di un appartamento romano durante l’occupazione tedesca del 1945, protagonisti sono: Elena (interpretata dalla conturbante Anna Magnani), la frivola Monica (Rina Morelli), Roberto (il poliedrico Gino Cervi) e l’inetto Filippo (Paolo Stoppa). Monica va a trovare la sorella Elena e le parla di un uomo conosciuto da poco, pazzamente innamorato di lei. Ma non convinta del tutto della veridicità del sentimento di lui nei suoi confronti, desidera avere una prova concreta, prima di pronunciare il fatidico si. Dopo un lungo periodo di silenzio, Roberto - separato da Elena - si presenta a casa della ex moglie per ottenere il divorzio una volta per tutte. Ma quando Filippo - pretendente di Monica - arriva inaspettatamente in casa di Elena, si creano situazioni paradossali e strani fraintendimenti. Inizia così la commedia degli equivoci…


Commedia all’italiana giocata sui toni dell’ironia e del doppio senso, è tratta da un’opera di Ernst Eklund. La sceneggiatura, i dialoghi e la regia sono stati rivisitati da Guido Salvini. Il registro stilistico tende a variare spesso, passando dall’ironico, al melodrammatico e infine al comico. La trama piuttosto semplice racconta dell’incontro fortuito di Roberto - ex marito di Elena - con Filippo, futuro spasimante di Monica, sorella di Elena. Il quartetto piuttosto stravagante è un mix interessante di generi e tipi, che shakerati a dovere dalla mano accorta del regista, danno luogo ad un cocktail frizzante e fresco. A rafforzarne i toni espressionisti, è una gestualità semanticamente carica di pathos. I personaggi calcano una scena dall'arredo essenziale: prevalgono, infatti, sequenze girate in interni. Il punto di forza della pellicola sono, i monologhi e i dialoghi mai banali, più vicini ad una piece teatrale, che ad una finzione cinematografica. Gli alterchi si concentrano sul tema dell’ amore e del matrimonio, esperienze vissute sentimentalmente in maniera diversa da Monica ed Elena. Quest’ultima è una donna particolarmente volubile, isterica a volte, e teme che la sua esperienza di coppia fallita con il marito, possa fornire alla sorella la ratio per non sposare Filippo. Affinché ciò non accada, l’astuta Elena ingegna un piano con l’ex marito, fingendo un amore ritrovato, per far credere ai potenziali sposi, come l’amor perduto possa ritornare più bruciante di prima. La messa in scena risulta credibile finché un imprevisto non cambia le carte in tavola ai giocatori. L’elemento interessante all’interno della struttura narrativa, è la trasformazione subita dai personaggi nel corso della trama. Una trasformazione caricaturale, tale da stravolgere i fatui equilibri iniziali, che fornisce agli attori nuovi ruoli da interpretare ed altre carte da giocare.


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