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Il bischero e il poeta

24/05/2009 11:00

Vito Sugameli

Recensione Film,

Il bischero e il poeta

Diario personale (e multimediale) dalla doppia personalità, Il bischero e il poeta è un raccoglitore di esperienze appartenenti al regista, sceneggiatore e prod

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Diario personale (e multimediale) dalla doppia personalità, Il bischero e il poeta è un raccoglitore di esperienze appartenenti al regista, sceneggiatore e produttore fiorentino Emiliano Cribari. L'opera racchiude brevi estratti (circa 5 minuti ciascuno) dei lungometraggi già pubblicati per il mercato dell'home video da Cecchi Gori: il mediometraggio La ricreazione, Tuttotorna (affresco passionale e malinconico di un regista in difficoltà), il dramma teatrale Via Varsavia e l'alienazione come derivato del precariato, riassunto con tono comico, in 30 anni quasi 21.


Tolte le produzioni già editate, figura il corto inedito L'amore è un taxi grazie al quale si è imposto all'attenzione del pubblico in virtù della delicatezza utilizzata nel trattare il tema in oggetto, motore della sua poetica cinematografica fin dagli albori. Dicevamo: doppia personalità perché divide la sua produzione in due parti, presentando il momento bischero, scherzoso con il corto 23 (dedicato al nonno), La ricreazione e 30 anni quasi 21; mentre afferma la sua poetica attraverso l'uso di una prosa filmica verista, riflessa negli attori che ne stabiliscono l'identità, nel corto Le mie solite cose – racconto delicato e toccante, dedicato a tutti coloro che hanno il coraggio di ricordare –, in Tuttotorna, Via Varsavia e nell'inedita Videopoesia, orpello finale di una biografia profondamente intimista e sperimentale. Quando si racconta, Cribari utilizza parole semplici, trasuda schiettezza e vitalità con fare giocoso. Lui è un giullare mascherato da adulto; giocoliere di parole e stati d'animo, pescatore di sguardi e sorrisi. L'artista di strada. Non si guarda allo specchio con lo scopo di apprendere di sé, perché a capirlo sono solo le sue parole in un paese di sordi. La sua cinematografia diventa così il manifesto della personalità individuale, e sembra voler dar credito alle parole di Cesare Pavese: “In fondo, l'unica ragione perché si pensa sempre al proprio io, è che col nostro io dobbiamo stare più continuamente che con chiunque altro.”


Criticato per la sua sperimentazione poetica in video, detentore a seconda di molti di un linguaggio pretenzioso, altezzoso e fastidiosamente prolisso, con Il bischero e il poeta mette a tacere le malelingue attraverso la forza delle sue opere. O quantomeno, tenta di far prevalere il contenuto oltre la forma. Sfogliare un diario personale mette comunque i brividi: entrare nell'animo umano non è un viaggio come un altro, è scoperta di sé e dell'altro sul filo della libertà espressivo-emotiva. Vibrare, volare fuori dal mondo tangibile per raggiungere un mondo nuovo, più sincero e malincomico. Insomma, Emiliano Cribari.


“Io non sono un comico. Io ambisco a raccontare cose comiche da quando essere poeta è diventato come avere un tumore alla coscienza.”


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