Nella sterminata letteratura cinematografica sul tema delle possessioni demoniache prova ad emergere il regista australiano di origini malesi James Wan, conosciuto dagli horror fanatics di tutto il mondo per aver ideato e girato Saw - L’enigmista, uno dei maggiori successi degli ultimi anni nonché capitolo iniziale di una delle saghe più lunghe e conosciute del cinema, richiamato ironicamente in una scena-omaggio per i fan più attenti. Wan si rifà in maniera esplicita ai grandi classici degli anni ’70 e 80’ da Poltergeist e Shining a L’Esorcista, passando per Amityville Horror, richiamato nei frequenti primi piani della facciata della casa e nelle sinistre carrellate attraverso i corridoi.
Josh (Patrick Wilson) e Renai (Rose Byrne) si trasferiscono in una villetta in periferia assieme ai tre figli: tutto sembra funzionare a meraviglia fino a quando il figlio maggiore, Dalton (Ty Simpkins), sbatte la testa dopo essere scivolato da una scala a pioli.
Il mattino successivo Dalton entra in una sorta di coma profondo senza che i medici riescano a trovare alcuna spiegazione scientifica; contemporaneamente strane voci, sinistri scricchiolii e oscure presenze iniziano a manifestarsi all’interno della casa. Sconvolta, Renai riesce a convincere Josh a trasferirsi nuovamente, ma le terribili apparizioni si manifestano anche nel nuovo appartamento. La madre di Josh, Lorraine (Barbara Hershey), decide di chiedere aiuto a una medium di sua conoscenza, Elise (Lin Shaye), e al suo staff per liberare la casa. Purtroppo non tarderanno a scoprire che ad essere infestata non è l’abitazione, ma lo stesso Dalton.
Se la proposta di Wan non brilla certo per originalità, tra orride apparizioni notturne, voci misteriose e porte che si chiudono da sole, il film si fa apprezzare per linearità della storia e della regia, che vira nel finale da un horror old style a tonalità maggiormente oniriche e nebbiose.
Wan non risparmia nemmeno un piacevole tocco di umorismo, concentrato nei due ghostbusters in perenne competizione che aiutano Elise nel suo lavoro con strani e singolarissimi macchinari. La prima parte del film, quella più classica, è sicuramente la migliore: nulla di originale, come già detto, ma il clima di tensione è palpabile e i meccanismi della paura sono efficaci e ben oliati; ed è qui che i momenti più riusciti della pellicola si palesano, tutti a effetti speciali-zero e costruiti tramite il non-visto, tra allarmi che suonano all’improvviso e voci gracchianti che fuoriescono dal baby monitor. Nella seconda parte Wan si fa prendere troppo la mano, la sceneggiatura diventa frettolosa (la decisione di Josh di procedere con l’esorcismo) e prevedibile (due battute di Lorraine bastano a capire quello che accadrà in seguito) e anche le mostruose presenze, in primis il demone che vuole possedere Dalton, non lasciano particolarmente il segno. Nel complesso, Insidious raggiunge un livello discreto, ma era lecito aspettarsi qualcosa di più.
Genere: horror, mistery, thriller
Titolo originale: Insidious
Paese/Anno: USA, 2011
Regia: James Wan
Sceneggiatura: Leigh Whannell
Montaggio: James Wan, Kirk M. Morri
Interpreti: Patrick Wilson, Rose Byrne, Ty Simpkins, Andrew Astor, Lin Shaye, Leigh Whannell, Angus Sampson, Barbara Hershey, Ruben Pla, John Henry Binder, Philip Friedman
Colonna sonora: Joseph Bishara
Produzione: FilmDistrict, Stage 6 Films, Alliance Films
Durata: 102'