In principio era il big bang, poi fu la volta dei dinosauri, e, infine il tocco fatale di Scrat. Inizia così L’era glaciale 4: Continenti alla Deriva, quarto capitolo della saga targata 20th Century Fox e iniziata nel 2002. Dopo Carlos Saldanha e Chris Wedge, il timone di regia passa all’esordiente Mike Thurmeier e a Steve Martino (Ortone e il mondo dei chi). Causando la deriva dei continenti per rincorrere la ghianda dei suoi sogni, Scrat divide Manny dalla sua famiglia e lo costringe a fare il giro del mondo prima di riuscire a riabbracciare la moglie Abby e la figlia Pesca. Aiutato dai fedeli Diego e Sid, e dall’attempata nonnetta di quest’ultimo, Manny dovrà riuscire, però, a sconfiggere un agguerrito branco di pirati capitanati dal perfido Capitan Sbudella che, per vendetta, vuole privarlo di quello che ama di più. Una minuscola crepa nel terreno è il macguffin necessario agli sceneggiatori Michael Berg, Jason Fuchs e Mike Reiss per mettere un po’ di pepe nel quarto capitolo della più riuscita saga d’animazione incentrata sul valore della famiglia. Sin dagli esordi, i tre protagonisti provengono da specie diverse, antitetiche, completamente contrastanti. Usi, costumi e inclinazioni insiti nel loro dna, però, non costituiscono un impedimento alla creazione di una sorta di bizzarro nucleo familiare, eccentrico e stravagante ma assolutamente genuino. Alle classiche vicissitudini amorose, onnipresenti nei precedenti capitoli, L’era glaciale 4 aggiunge risvolti epici. Le sirene, mitologiche figure femminee, attraverso il loro canto suadente e il loro aspetto camaleontico, cercano di convincere i protagonisti a deviare il loro percorso di ritorno a casa. Manny, però, moderno Ulisse a quattro zampe, consapevole del pericolo a cui potrebbero andare incontro cedendo alle facili lusinghe della mente, riesce a salvare all’ultimo minuto baracca e burattini. L’irriverente tribù degli strambi porcellini d’India, unica specie capace di capire l’impacciato linguaggio del bradipo, riporta alla mente la colonia di bimbi sperduti rapita dal perfido Capitan Uncino: anche qui un pirata li rapisce, li porta sulla sua nave e li costringe a scegliere tra l’arruolamento nella sua ciurma o la morte. Nonostante le numerose gag cartoonesche, le interessanti dinamiche padre-iperprotettivo e figlia-ribelle e l’introduzione dell’irresistibile nonnetta di Sid, è proprio nell'antagonista malvagio, Capitan Sbudella, che si avvertono le pecche maggiori della narrazione: poco carismatico, poco inquietante e troppo simile ad una caricatura, passa subito in secondo piano e lì vi rimane per l’intera durata del film. Forte dell’ottima animazione tridimensionale e del carisma di personaggi facenti parte, ormai, dell’immaginario collettivo, L’era glaciale 4 mantiene godibili gli standard d’animazione della saga, consegnando agli spettatori il messaggio di non abbattersi mai davanti alle difficoltà . In fondo, come dice la mamma di Sid prima di abbandonarlo, c’è sempre un arcobaleno dietro ogni nuvola.