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L’Era Glaciale 4 – Continenti alla deriva

07/10/2012 11:00

Martina Calcabrini

Recensione Film, Film Animazione, era glaciale,

L’Era Glaciale 4 – Continenti alla deriva

In principio era il big bang, poi fu la volta dei dinosauri, e, infine il tocco fatale di Scrat...

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In principio era il big bang, poi fu la volta dei dinosauri, e, infine il tocco fatale di Scrat. Inizia così L’era glaciale 4: Continenti alla Deriva, quarto capitolo della saga targata 20th Century Fox e iniziata nel 2002. Dopo Carlos Saldanha e Chris Wedge, il timone di regia passa all’esordiente Mike Thurmeier e a Steve Martino (Ortone e il mondo dei chi).


Causando la deriva dei continenti per rincorrere la ghianda dei suoi sogni, Scrat divide Manny dalla sua famiglia e lo costringe a fare il giro del mondo prima di riuscire a riabbracciare la moglie Abby e la figlia Pesca. Aiutato dai fedeli Diego e Sid, e dall’attempata nonnetta di quest’ultimo, Manny dovrà riuscire, però, a sconfiggere un agguerrito branco di pirati capitanati dal perfido Capitan Sbudella che, per vendetta, vuole privarlo di quello che ama di più.


Una minuscola crepa nel terreno è il macguffin necessario agli sceneggiatori Michael Berg, Jason Fuchs e Mike Reiss per mettere un po’ di pepe nel quarto capitolo della più riuscita saga d’animazione incentrata sul valore della famiglia. Sin dagli esordi, i tre protagonisti provengono da specie diverse, antitetiche, completamente contrastanti. Usi, costumi e inclinazioni insiti nel loro dna, però, non costituiscono un impedimento alla creazione di una sorta di bizzarro nucleo familiare, eccentrico e stravagante ma assolutamente genuino. Alle classiche vicissitudini amorose, onnipresenti nei precedenti capitoli, L’era glaciale 4 aggiunge risvolti epici. Le sirene, mitologiche figure femminee, attraverso il loro canto suadente e il loro aspetto camaleontico, cercano di convincere i protagonisti a deviare il loro percorso di ritorno a casa. Manny, però, moderno Ulisse a quattro zampe, consapevole del pericolo a cui potrebbero andare incontro cedendo alle facili lusinghe della mente, riesce a salvare all’ultimo minuto baracca e burattini. L’irriverente tribù degli strambi porcellini d’India, unica specie capace di capire l’impacciato linguaggio del bradipo, riporta alla mente la colonia di bimbi sperduti rapita dal perfido Capitan Uncino: anche qui un pirata li rapisce, li porta sulla sua nave e li costringe a scegliere tra l’arruolamento nella sua ciurma o la morte. Nonostante le numerose gag cartoonesche, le interessanti dinamiche padre-iperprotettivo e figlia-ribelle e l’introduzione dell’irresistibile nonnetta di Sid, è proprio nell'antagonista malvagio, Capitan Sbudella, che si avvertono le pecche maggiori della narrazione: poco carismatico, poco inquietante e troppo simile ad una caricatura, passa subito in secondo piano e lì vi rimane per l’intera durata del film. Forte dell’ottima animazione tridimensionale e del carisma di personaggi facenti parte, ormai, dell’immaginario collettivo, L’era glaciale 4 mantiene godibili gli standard d’animazione della saga, consegnando agli spettatori il messaggio di non abbattersi mai davanti alle difficoltà. In fondo, come dice la mamma di Sid prima di abbandonarlo, c’è sempre un arcobaleno dietro ogni nuvola.


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