Paco ed Ana, sposati da dieci anni, cercano di ravvivare la passione di una volta finché non sopraggiunge una vecchia amica di lui, che sta attraversando un momento di depressione. Una donna si eccita vedendo il partner che piange, perché affetta da dacrifilia. Un’altra donna, invece, raggiunge l’orgasmo solo quando sfiora soffici tessuti, perché affetta da efefilia. Infine, c’è un uomo che soffre di sonnofilia e, quindi, avverte il desiderio solo mentre la moglie dorme. Al suo terzo lungometraggio, Paco León riscopre The Little Death, commedia scritta e diretta dall’australiano Josh Lawson che, grazie a essa, si guadagnò il meritato successo in patria. Si trattava di un film suddiviso in episodi, ognuno dei quali raccontava - e in fondo analizzava - un diverso tipo di feticismo e di pulsione sessuale. La formula che il regista sivigliano recupera è quasi analoga: la struttura narrativa è costruita attorno a un certo numero di personaggi, ognuno dei quali costituisce la personificazione di un certo feticcio. Questo va a sostituirsi all’originaria divisione in capitoli. León affronta, coraggiosamente, una materia pulsante incappando intenzionalmente in veri e propri tabù che scatenano imprevisti e situazioni inaspettate a cui i protagonisti rispondono un po’ allo stesso modo in cui reagisce lo spettatore stesso: un imbarazzo che finisce con il provocare altri imprevisti e, quindi, ulteriori episodi esilaranti. Come egli stesso afferma, il regista spagnolo opta per una strada leggermente diversa da quella di Little Death. E queste minime differenze vanno forse proprio a sfavore dell’opera di León. La sfrontatezza del tagliente testo originale c’è ancora, ma viene decisamente smussata e ammorbidita. Kiki e i Segreti del Sesso non tradisce totalmente lo spirito e lo humour che caratterizzavano The Little Death e, anzi, porta avanti la sua riflessione, pur con momenti prevedibili soprattutto nella seconda parte del film, facendo decisamente centro. Usufruendo della vasta gamma di situazioni e circostanze offerte dalla ricerca delle più bizzarre e recondite fantasie sessuali, prediligendo le infinite sfumature del sesso - soprattutto quelle ingenue, che pure risultano essere le più singolari - piuttosto che i suoi estremi, che minerebbero l’originalità dell’opera, León mette in scena una commedia spassosa e intelligente, libera da preconcetti ma mai volgare. A essere messo in evidenza è l’amore e l’esigenza (talvolta impellente) di nutrire costantemente il sentimento rivolgendo le dovute attenzioni a un vitale e fondamentale aspetto relazionale che viene spesso trascurato o ignorato. Invita tutti i suoi spettatori non solo ad alimentarlo ma, soprattutto, ad ascoltare ed accogliere le stravaganze e i desideri della persona che si ha accanto, quando è possibile farlo. Anche senza necessariamente comprenderle del tutto.