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Smetto Quando Voglio - Ad Honorem

23/11/2017 12:00

Andrea Desideri

Recensione Film, Film Commedia, smetto quando voglio,

Smetto Quando Voglio - Ad Honorem

Un'esaltante opera conclusiva fra crime e commedia

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Torna la banda criminale più sopraffina e intellettualmente all’avanguardia del Paese. Il ricercatore Pietro Zinni (Edoardo Leo), ormai in carcere per gli illeciti commessi in passato, è costretto a riunire il suo gruppo di stimati colleghi, detenuti anch’essi, per un’ultima memorabile operazione: salvare La Sapienza, celeberrima università della Capitale, da un attentato a base di gas nervino. Infatti, in giro c’è Walter Mercurio (Luigi Lo Cascio), ex esponente di spicco della ricerca scientifica ormai incattivito dai soprusi subiti, deciso a placare la sua sete di vendetta. I “giganti buoni” del crimine dovranno sventare il pericolo di una strage imminente, durante la consegna delle lauree ad honorem nell’ateneo romano, spalleggiati dal nemico storico “Murena”(Neri Marcorè).


Smetto Quando Voglio - Ad Honorem è l’ultimo capitolo della saga diretta da Sydney Sibilia, un progetto audace e originale che trova il suo definitivo compimento dopo tre film che hanno saputo unire scienza, cultura, comicità e action. Il cast stellare, composto da ben quindici elementi, ha dato spazio all’evoluzione ascensionale della comicità impegnata. Un impegno che trova il suo fondamento sulla ribalta della cultura, quotidianamente snobbata da istituzioni e opinione pubblica, unico bene e valore per aspirare a un’evoluzione della società. Ormai, per farsi prendere sul serio ed essere riconosciuti, i ricercatori devono sporcarsi le mani. L’onestà non sempre paga: e così un’equipe di brave persone è costretta a reinventarsi banda criminale per sbarcare il lunario con le droghe leggere. Da spettabili scienziati a temibili malavitosi, stavolta, gli uomini del dottor Zinni si mettono al servizio della collettività dopo esser riusciti a scovare il cattivo più cattivo di sempre ed averne colto i suoi intenti malsani: sarà loro compito, infatti, salvare l’Università La Sapienza – la stessa che prima li ha usati e poi li ha messi alla porta – dalla furia omicida di Walter Mercurio, un ex collega dall’orgoglio ferito e con più nulla da perdere. In un mondo senza alcun valore morale, le sorti di un ateneo sono in mano a dei nerd che, al posto delle belle speranze, hanno preferito la solidità dell’intelletto.


E così il cerchio perfetto arriva a chiudersi. Dopo un primo capitolo all’insegna della commedia classica, volto all’introduzione di questa "Banda degli Onesti 2.0” al mondo delle smart drugs, segue un secondo progetto dove si predilige l’action con qualche sprazzo di comicità – anche grazie all’apporto di personalità variegate che sanno attingere da diversi registri cinematografici – per poi concludere in un’esaltante opera di chiusura degna dei migliori crime. Si potrebbe definire un caleidoscopio emozionale quello che accompagna il pubblico e gli addetti ai lavori durante Smetto Quando Voglio - Ad Honorem, un puzzle di storie che si intrecciano e confluiscono in un unicum temporale che, però, attraversa varie annate. È ancora tangibile la disperazione che lastrica e accompagna la ricerca scientifica in Italia: ma la ciurma di Sydney Sibilia mette in risalto l’annosa questione con una leggerezza fuori dal comune, che rende credibile la saga al punto da poter pensare (volendo) a un possibile spin-off. Se il regista esclude questa possibilità, c’è chi ci spera e chi l’ha timidamente proposto. Perché nessuno vuole rinunciare all’utopia di vedere i “secchioni” prendere il posto degli eroi. Un rifugio sicuro da una realtà amara e fragile, con la voglia ancora di sorprendere. Smetto Quando Voglio - Ad Honorem è quell’insieme di suggestioni troppo belle per essere vere che trova un posto d’onore, appunto, nel cinema italiano.


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