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La promessa dell'alba

13/03/2019 11:00

Monica De Simone

Recensione Film,

La promessa dell'alba

Eric Barbier realizza l’adattamento cinematografico di La promessa dell'alba

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Nina è una donna tenace e combattiva, che sogna un futuro straordinario per suo figlio Romain. Dopo aver lasciato la Polonia per sfuggire alla violenza antisemita dilagante, la donna conduce suo figlio nella Francia tanto sognata e amata. Qui Romain, tra separazioni e ritorni, conflitti e riavvicinamenti, riuscirà a diventare ciò che sua madre desiderava per lui. A quasi 40 anni dalla morte di Romani Gary, scrittore francese di origine lituana, Eric Barbier tenta l’impresa di realizzare l’adattamento cinematografico del suo romanzo più intimo e più amato: La promessa dell'alba. Fedele all’essenza del libro, il regista fornisce una narrazione appassionata della vita dello scrittore, focalizzando l’attenzione sul rapporto che condizionò la sua intera esistenza: quello con la madre Nina.


La donna, figura ossessiva e ingombrante, pretende con caparbietà che il figlio realizzi i suoi desideri, ingabbiandolo in un’esistenza che non ha scelto. Gary, per tutta la sua vita, sarà condizionato dalla necessità di diventare ciò che sua madre ha progettato per lui. Di non deludere le sue aspettative. L’amore malato di una madre nei confronti del figlio si impone, così, come tema centrale del racconto. Nina e Gary sono inseparabili e morbosamente legati dal un sentimento tenero e violento, folle ed esclusivo che rende marginale il ruolo che gli altri rivestono nella loro esistenza. Nel film, come nel libro, gli altri personaggi sono solo delle sagome, più o meno consistenti, che attraversano le loro vite ma che non riescono mai a far parte del loro progetto. Romain non ha amici, Nina rifiuta l’idea di ricostruirsi una vita con un uomo.


L’impronta surreale del romanzo di Gary è ben presente nel film di Barbier, che riesce a far coesistere toni drammatici e toni sarcastici, soprattutto nella rappresentazione della figura di Nina sempre in bilico tra l’inquietante e il bizzarro, tra il tragico e il grottesco. Un grottesco che non sovrasta mai i personaggi, poiché nasce dalla determinazione con cui Gary cerca di realizzare le richieste della madre, anche quando appaiono folli e stravaganti. Dal modo in cui accoglie e rispetta le sue scelte, non mettendo mai in discussione la sua credibilità. Dal contrasto tra le improbabili pretese di Nina e la ossequiosa rassegnazione di Romain.


Cornice delle vicende dei due protagonisti, i luoghi attraversati da Romain nel corso della sua vita: la Polonia degli anni ’20; il Messico degli anni ’50; il deserto africano; Nizza e Parigi; Londra sotto i bombardamenti. La promessa dell'alba è, infatti, anche un epico viaggio attraverso la Storia, l’epopea spettacolare di un uomo fuori dal comune. Ambasciatore, cineasta, scrittore, Gary si impone nel racconto come un uomo romantico e criptico, la cui enigmatica figura affascina e sorprende.


A vestire i panni di Romain adulto è Pierre Niney, che riesce a dar voce a un uomo dalla personalità inafferrabile. Ma la vera conferma, nel caso ce ne fosse bisogno, è Charlotte Gainsbourg che interpreta con forza ed energia un personaggio femminile complesso e sfaccettato in cui convivono diverse anime in continua lotta tra loro.


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