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Oscar 2021: chi continua a parlare di politicamente corretto, si sta perdendo il cambiamento

01/05/2021 14:17

Samantha Ruboni

Editoriale, Oscar, Oscar2021,

Oscar 2021: chi continua a parlare di politicamente corretto, si sta perdendo il cambiamento

Basta con questa storia degli Oscar del politicamente corretto: vi diciamo, invece, perché essere felici di questa edizione 93 degli Academy Awards

Basta con questa storia degli Oscar del politicamente corretto: vi diciamo, invece, perché essere felici di questa edizione 93 degli Academy Awards

La mattina del 26 aprile, mentre alle 5.30 spegnevo la tv e il canto degli uccellini mi accompagnava tra le braccia di Morfeo, mi sono chiesta: «Gli Oscar 2021 mi sono piaciuti?». Questa premiazione in sordina, dove tutta la macchina della magnificenza di Hollywood si è bloccata, o quantomeno ridimensionata, a causa delle norme di sicurezza previste a causa del Covid-19, ha dato vita a una versione più intima della cerimonia. C'era un'atmofera quasi familiare a questi Oscar 2021, del resto la grande famiglia del cinema sta lottando per rialzarsi da oltre un anno.

 

L'emergenza porterà a dei cambiamenti all'interno dell'industria, così come cambierà il modo di fare film e cambieranno le storie da raccontare. Parte di questa evoluzione è concepire gli Oscar in maniera più inclusiva, dove i film candidati e - ancora di più - quelli premiati abbiamo sempre di più qualcosa da dire sul mondo in cui stiamo vivendo.

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Gli Oscar 2021 sono stati una premiazione che, solo pochi anni fa, mai ci saremmo sognati di vedere. Finalmente ascoltiamo la voce di coloro che, forse, più di tutti in questo momento difficile hanno qualcosa da dire. Donne, afroamericani, asiatici sono i protagonisti (era ora) di questi Oscar. E i temi dei film premiati riflettono le battaglie della società: contro la cultura dello stupro, al fianco dei movimenti Black Lives Matter e Stop Asian Hate. Nel mondo in cui stiamo vivendo, erano questi gli Oscar che volevamo vedere. Quindi, tornando alla domanda iniziale, questi Oscar mi sono piaciuti.

Liquidiamo subito le polemiche made in Italy? Partiamo dalla Migliore Canzone, visto che questa categoria ha parecchio coinvolto il dibattito italiano data la candidatura di Laura Pausini con Io sì (Seen), brano tratto da La vita davanti a sé, film Netflix di Edoardo Ponti. Perchè non ha vinto Pausini? Perchè la sua canzone non racconta né la realtà che stiamo vivendo né la musica che stiamo ascoltando. Ha vinto invece H.E.R (autrice della musica con Dernst Emile II e del testo con Tiara Thomas) per la bellissima Fight for you, tratta dal film Judas and the Black Messiah. Vi consiglio vivamente di recuperarla: potrebbe diventare un vero e proprio inno della lotta black.

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Che dire, poi, del disappunto - chiamiamolo così - di Gianni Canova? Il critico, storico commentatore italiano delle dirette Oscar, si è molto risentito delle statuette per Migliori Costumi (Ann Roth) e Miglior Trucco (Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal e Jamika Wilson) vinte da Ma Rainey's Black Bottom a scapito di Pinocchio di Matteo Garrone: la sua polemica contro il politicamente corretto è stata imbarazzante, a dir poco. Dimentichiamola.

Senza nulla togliere al talento del leggendario costumista Massimo Cantini Parrini e al trucco di Mark Coulier, Dalia Colli e Francesco Pegoretti, il premio di Ma Rainey’s Black Bottom ci riempie di gioia: si tratta infatti della prima crew totalmente black a vincere un Oscar in 93 edizioni. E siccome gli Oscar sono un bel momento che celebra il cinema, ma anche un importante momento per influenzare l'industria, il valore di queste statuette a Ma Rainey’s Black Bottom è assoluto. E il film, se lo avete visto, concorderete che è un gioiello (anche) di estetica

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C'è poco da polemizzare e solamente da essere felici anche nel vedere Emerald Fennell stringere il suo primo Oscar: la sceneggiatura premiata, quella di Una Donna Promettente, racconta una storia troppo importante per essere ignorata; e siccome già la critica ha iniziato a dire che il film non è niente di che (guarda caso, però, sono tutti maschi quelli a cui il film non piace), godiamoci questa vittoria.

Un'altra donna si conferma vincitrice assoluta di questa stagione cinematografica: Chloè Zhao. Prima autrice asiatica a vincere un Oscar, seconda donna in assoluto (in 93 edizioni!) a vincere come Migliore Regia (dopo Kathryn Bigelow). Nomadland porta a casa anche Miglior Film e Miglior attrice Frances McDormand.

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A proposito di attrici, Yuh-Jung Youn è la vincitrice della Statuetta come Migliore non protagonista, per la sua interpretazione nel film Minari. Prima donna coreana a vincere come Migliore Attrice, Yuh-Jung Youn ci ha regalato il discorso più bello e divertente degli Oscar. Oltre che ottenere tutta la nostra stima e comprensione quando, salita sul palco, il suo primo pensiero è stato: «Mr. Brad Pitt, finalmente. Piacere di conoscerla!»

Quest'anno va detto che tra le nomination a Protagonista e Non Protagonista, c'erano attori e attrici incredibili: tra gli uomini vogliamo menzionare il premio a Daniel Kaluuya per la sua interpretazione in Judas and the Black Messiah, un film assolutamente da vedere e un attore che già da tempo aveva dato prova del suo talento. Meritatissima statuetta.

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Insomma, lasciamo da parte i lamenti di quelli che ancora non si sono adattati, sperando che prima o poi ci raggiungano nel presente, e godiamoci questa soddisfacente edizione degli Oscar. La pandemia ha messo a dura prova lo svolgersi della cerimonia, l'industria cinematografica, le vite di tutti noi, ma confidiamo che il mondo che arriverà dopo sia migliore. Anche nel cinema. Questi Oscar 2021 sono un buon inizio.


Tutti i premi della 93ma edizione degli Oscar

Miglior film: Nomadland

Miglior regista: Chloé Zhao, Nomadland

Miglior attore protagonista: Anthony Hopkins, The Father 

Miglior attrice protagonista: Frances McDormand, Nomadland

Miglior attore non protagonista: Daniel Kaluuya, Judas and the Black Messiah

Miglior attrice non protagonista: Yoon Yeo-jeong, Minari

Migliore sceneggiatura originale: Emerald Fennell, Una donna promettente

Migliore sceneggiatura non originale: Christopher Hampton e Florian Zeller, The Father

Miglior film internazionale: Un altro giro (Druk)

Miglior film d'animazione: Soul

Migliore fotografia: Erik Messerschmidt, Mank

Miglior montaggio: Mikkel E. G. Nielsen, Sound of Metal

Migliore scenografia: Donald Graham Burt e Jan Pascale, Mank

Migliori costumi: Ann Roth, Ma Rainey's Black Bottom

Miglior trucco e acconciatura: Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal, Jamika Wilson, Ma Rainey's Black Bottom

Migliori effetti speciali: Andrew Jackson, David Lee, Andrew Lockley, Scott Fisher, Tenet

Migliore colonna sonora: Trent Reznor, Atticus Ross, Jon Batiste, Soul

Migliore canzone originale: Fight For You, Judas and the Black Messiah

Miglior sonoro:  Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés e Phillip Bladh - Sound of Metal

Miglior documentario: Il mio amico in fondo al mare (My Octopus Teacher)

Miglior cortometraggio: Due estranei (Two Distant Strangers)

Miglior cortometraggio documentario: Colette

Miglior cortometraggio d'animazione: Se succede qualcosa, vi voglio bene

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