Presentato al Toronto Film Festival, Shiva Baby è tratto dal corto omonimo di Emma Selingman del 2018, con protagonista la stessa Rachel Sennott.
Il titolo è un gioco di parole tra: shi·va/ˈSHēvə/ un periodo di sette giorni della tradizione ebrea di lutto per un defunto, che inizia subito dopo il funerale e sug·ar ba·by/ˈSHo͝oɡər,ˈbābē/ una giovane ragazza che viene mantenuta finanziariamente da quello che viene definito uno sugar daddy, un uomo più grande di lei, in cambio di favori sessuali. Quindi, già dal titolo, Selingman ci dà le tutte le coordinate del film. Ma in realtà è molto più complicato di così.
Danielle (Rachel Sennott), fin dal primo fotogramma, è presentata come una sugar baby: con moine da film, mentre sta avendo un rapporto con il suo sugar daddy.
Da come si muovono e da come parlano si capisce che non è la prima volta che si vedono. Poi si lasciano perché Danielle deve andare a una shiva (anche se non si sa bene chi sia morto), incoraggiata dagli strambi e imbarazzanti genitori, che sperano così di riuscire a trovarle un lavoro tra i numerosi parenti che saranno presenti.
Danielle entra in un vortice di domande e pressioni, con familiari che spuntano ovunque chiedendole come sta, cosa faccia nella vita, cosa vorrà essere "da grande", se ha un fidanzato? L’ansia è la sensazione primaria che aleggia in tutto il film, soprattutto per quelli/e di noi che hanno più o meno la stessa età della protagonista: conosciamo bene l'incertezza, i dubbi e le domande senza ancora risposta.
Ma non finisce qui. Al banchetto c’è anche Maya, la ex di Danielle, una relazione che da tutti i familiari è stata sempre vista come una fase, senza riconoscere e comprendere che Danielle è bisessuale. La ciliegina sulla torta è la comparsa proprio dello sugar daddy di Danielle, con tanto di moglie e figlio di cui la ragazza non conosceva l’esistenza.
È una sorta di microcosmo femminile quello di Shiva Baby, dove gli uomini sono messi da parte oppure sono vivono sottomessi alle proprie mogli. È in questo mondo che Danielle dovrà lottare per trovare il suo spazio, mentre viene schiacciata da domande di cui dovrebbe conoscere la risposta, da bodyshaming (prima era "troppo grassa", ora è "troppo magra"; qualche volta non mangia oppure mangia troppo) e sulla sua scelta di dedicarsi ai gender studies, visti come una barzelletta, utili solo a fare da capocorteo durante le manifestazioni.
Ma Danielle, che sta ancora capendo il suo ruolo nel mondo, che sta ancora testando la sua sessualità, fa parte di un universo molto diverso da quello in cui vive la sua famiglia.
Quello interpretato da Rachel Sennott è un personaggio interessantissimo: il suo essere una sex-worker è un esperimento di empowerment femminista, in quanto unico aspetto della sua vita su cui ha il controllo; i genitori le pagano le bollette, mentre non sa ancora cosa fare nella sua vita professionale. Con uno sguardo, Rachel Sennott dice tutto: dal fastidio al disagio per quello che Danielle sta provando. La sua prova attoriale è favolosa.
Il film attraversa numerosi registri, diventando quasi un film horror e ricordandoci in qualche momento persino la claustrofobia casalinga di Darren Aronofsky in Madre! L’ansia diventa ancora più sentita tramite le note stridule toccate dalla colonna sonora di Ariel Marx.
Ansia che viene tuttavia stemperata da un’ironia dissacrante, cinica e stridente. Ansia che esplode nelle lacrime di Danielle e nella verità che infine pronuncia: «I don’t know». Danielle non sa rispondere alle domande, non sa cosa farà nel futuro, non sa perché fa quello fa.
Il caos mentale rappresenta perfettamente una generazione di giovani donne a cui viene chiesto troppo. E il grido di Danielle è il grido di tutte: non lo sappiamo, lasciateci essere!
Questo ciò che dice del film la regista, Emma Selingman: «Questo film è stato realizzato per rappresentare le contraddizioni e pressioni esercitate sulle giovani donne, in particolare sulle giovani donne queer, provenienti da famiglie e comunità tradizionali e l'ansia e le insicurezze che ne derivano. Shiva Baby'è una commedia su una giovane donna alle prese con la propria autostima, sessualità e indipendenza». Detto questo, non c'è molto altro da aggiungere se non: recuperate Shiva Baby. Lo trovate su Mubi.
Genere: commedia, grottesco
Titolo originale: Shiva Baby
Paese, Anno: Stati Uniti/Canada, 2020
Regia: Emma Seligman
Sceneggiatura: Emma Seligman
Fotografia: Maria Rusche
Montaggio: Hanna A. Park
Interpreti: Rachel Sennott, Molly Gordon, Polly Draper, Danny Deferrari, Fred Melamed, Dianna Agron
Produzione: Dimbo Pictures, It Doesn't Suck Productions, Bad Mensch Productions, Thick Media, Neon Heart Productions
Distribuzione: Mubi
Durata: 77'