Attenzione, attenzione. A tutti i fan della saga più rombante di sempre: signori, è giunto il momento. Cominciate a lucidare gli spoiler delle vostre auto, a far suonare i tubi di scappamento e muovere il bacino al ritmo dei bassi del vostro subwoofer. Il momento è giunto. Il re della giungla metropolitana è tornato. Il Toretto è di nuovo in pista. Dopo due divagazioni sul tema, Fast & Furious - Solo parti originali ritorna alle origini e riallaccia i fili lasciati in sospeso col film d’esordio, riprendendone e sviluppandone trama e personaggi. Con l’immancabile Paul Walker torna anche Vin Diesel nei panni dell’ex galeotto più veloce d’America (alias Dominic Toretto), nuovamente tra le strade di Los Angeles per vendicare la perdita di una persona cara e per saldare i conti con un potente e spietato trafficante di droga col debole per le corse clandestine, vittima sacrificale di turno. E questo è quanto. La serie non ha mai brillato per il suo spessore contenutistico e questo capitolo conclusivo non fa alcuna eccezione alla regola. Fast & Furious - Solo parti originali propone un canovaccio narrativo che più classico non si può: risolleva alcune delle tematiche centrali del capostipite, dal rapporto conflittuale tra Dom e Brian alla contorta storia sentimentale tra quest’ultima e la sorella di Toretto. Temi questi che coinvolgeranno gli appassionati più accaniti mentre lasceranno del tutto indifferenti i neofiti, i quali dovranno fantasticare non poco per trovare un qualcosa di interessante al quale appigliarsi. Per quanto riguarda il tasso di adrenalina, Justin Lin si conferma un discreto spacciatore di oppiacei visivi, e dopo Tokyo Drift ribadisce la sua disinvoltura dietro la macchina da presa nel dirigere e riprendere al meglio spettacolari e funamboliche scene d’azione. Peccato però che il climax, il tripudio di cavalli e testosterone, si trovi proprio in apertura di film, conferendo alla pellicola un andamento pericolosamente discendente. Ma del resto, quando vai "fast and furious", questi sono i risultati.