Per tutti gli amanti del cinema catastrofico e d’azione, Roland Emmerich è tornato a far danni. Dopo la breve parentesi di Anonymous, affascinante thriller storico ambientato in un’enigmatica Londra elisabettiana di fine XVI secolo, il regista tedesco naturalizzato statunitense si è riappropriato del genere di cui è da anni l’incontrastato maestro. A pochi mesi dall’uscita nelle sale di Attacco al potere – Olympus Has Fallen di Antoine Fuqua con Gerard Butler, Morgan Freeman e Aaron Eckhart nei panni del presidente statunitense, Emmerich riapre le porte della Casa Bianca e ci catapulta in una nuova avventura al cardiopalma dal sapore vagamente retrò che farà letteralmente saltare dalla poltrona. Protagonista l’insolita coppia composta dal massiccio Channing Tatum e dal poliedrico Jamie Foxx. In una mattinata apparentemente come tutte le altre, la Casa Bianca è presa d’assalto da un gruppo paramilitare sconosciuto. Solo John Cale (Channing Tatum), un capitano della Polizia locale trovatosi all’interno dell’edificio al momento della violenta irruzione, può fermare i terroristi, mettere in salvo il Presidente degli Stati Uniti d’America James Sawyer (Jamie Foxx) e scongiurare, cosi, un terribile attacco missilistico alla Nazione. Ma quando John scopre che sua figlia Emily (Joey King) è stata presa in ostaggio dà inizio ad una guerra personale senza alcuna esclusione di colpi. Dopo i terrificanti alieni di Independence Day e le onde titaniche di 2012, il regista di Stargate scatena contro la Casa Bianca un manipolo di terroristi vendicativi, e lo fa col solito stile fracassone che da sempre lo contraddistingue, regalando al pubblico il suo personale Die Hard con tanto di eroe insanguinato in canottiera bianca. Impossibile non pensare, infatti, alla fortunata saga con protagonista Bruce Willis, pietra miliare del cinema action, mentre si assiste all’acrobatico Tatum che, in compagnia del Presidente, qui ridotto incredibilmente a spalla comica, si aggira nei corridoi e nei giardini del palazzo più potente del pianeta, imbracciando armi automatiche e schivando pallottole. Sicuramente Emmerich è abile nel cavalcare nuovamente le paure degli americani nei confronti di una minaccia militare sconosciuta che possa annientare valori e ideali, e per l’occasione ripropone l’usurata formula del genitore che rischia la propria vita per salvare la figlia in pericolo, dandole però nuova linfa grazie ai tanti siparietti che rendono l’interazione tra Tatum e la piccola King davvero godibile. Il ruolo affidato a Foxx riporta la figura presidenziale ad un livello più umano che avvicina inaspettatamente lo spettatore e lo coinvolge attivamente nella vicenda. Più che sull’azione sfrenata ed i mirabolanti effetti speciali, a cui ormai siamo abituati, Sotto assedio punta sui rapporti veritieri tra i personaggi e la loro caratterizzazione all’interno di un film che ne avrebbe benissimo potuto farne a meno. Gradito ritorno sul grande schermo di James Woods nei panni di un ambiguo capo dello staff presidenziale.