Fabio Segatori, regista di Hollywood Flies, road movie internazionale con Vinnie Jones e Brad Renfro, e Terra bruciata, torna con un'action comedy tutta al femminile ambientata a Messina. Ragazze a mano armata vede protagoniste tre studentesse fuorisede di Corleone alle prese con una valigia piena di soldi e di guai che le costringerà a correre ai ripari per non soccombere alle minacce di un malavitoso romano. Protagoniste della scanzonata pellicola, Karin Proia (Boris), Federica De Cola (Nuovomondo), Giovanna D’Angi (Hairspray) e l’esordiente Giovanna Verdelli. Emma (Federica De Cola), Gioia (Giovanna D’Angi) e Stella (Giovanna Verdelli) sono tre ragazze di Corleone che vivono a Messina in un piccolo appartamento per studenti fuorisede. Vessate dalle bollette troppo salate che non sono in grado di pagare, le tre decidono di affittare una stanza ad un’elegante signora veneta di nome Bea (Karin Proia). In realtà la donna, una borgatara romana, sta cercando rifugio dal suo ex (Piero Maggiò), un uomo violento che la perseguita e a cui lei deve una rilevante somma di denaro. Quando un giorno Bea viene investita da un tir e ricoverata all’ospedale, le tre studentesse, del tutto all’oscuro dell’incidente, riaprono la sua stanza e vi trovano un borsone con un milione di euro. Decise inizialmente a non toccare quei soldi per nessuna ragione al mondo, le tre corleonesi si fanno sfuggire di mano la situazione dandosi allo shopping più sfrenato e divenendo sempre più avide. Durante un litigio, inavvertitamente un bastoncino di incenso cade nel borsone mandando letteralmente a fuoco tutto il malloppo. La situazione peggiora quando Bea torna a casa dall’ospedale insieme al suo ex che non vede l’ora di mettere le mani sul milione di euro. Ancora una volta la crisi economica è protagonista sul grande schermo con Ragazze a mano armata, pellicola riuscita solo a metà che tenta di scardinare una volta per tutte i luoghi comuni che affliggono da anni la Sicilia e Corleone. Partendo da una descrizione realistica e non edulcorata delle condizioni di vita degli studenti, il film di Segatori vira sin da subito verso il genere thriller riproponendo tutta una serie di stereotipi, dal borsone pieno di soldi alla femme fatale venuta da lontano, amati dal pubblico cinematografico di tutte le età . Purtroppo, a dispetto dell’impegno profuso dalle tre attrici protagoniste, Giovanna D’Angi su tutte, l’opera risulta avvolta da una spiacevole sensazione di amatorialità che non giova in alcun modo al racconto: la scena della rapina che vede il personaggio di Karin Proia affrontare una guardia giurata per salvare Stella risulta perfino irritante per l’approssimazione impiegata nel girarla. Non va bene nemmeno dalle parti della sceneggiatura: la velocità con cui le tre ragazze passano dall’essere spaventate e goffe al maneggiare sicure e divertite una pistola lascia davvero interdetti. Piacevole il cammeo di Nino Frassica nel ruolo del pasticcere malinconico Nino, ma ciò non basta a regalare al film di Segatori la piena sufficienza.