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Confusi e felici

07/11/2014 12:00

Gabriele di Grazia

Recensione Film,

Confusi e felici

Dopo i successi di Nessuno mi può giudicare e Viva l’Italia Massimiliano Bruno torna dietro la macchina da presa con Confusi e felici, una simpatica commedia ch

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Dopo i successi di Nessuno mi può giudicare e Viva l’Italia Massimiliano Bruno torna dietro la macchina da presa con Confusi e felici, una simpatica commedia che tratta con leggerezza il tema della depressione, adottando il punto di vista di un analista la cui vita sta per cambiare per sempre. Oltre al protagonista Claudio Bisio e alla bella Anna Foglietta, nei panni di eccentrici pazienti sull’orlo di una crisi di nervi, nel cast anche Marco Giallini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti, Rocco Papaleo e lo stesso Massimiliano Bruno che qui interpreta un autista mammone, inesperto di donne e appassionato di giocattoli.


Marcello (Claudio Bisio), psicanalista cinico e cialtrone, improvvisamente perde la voglia di vivere e l’amore per la professione. Turbata, la sua segretaria Silvia (Anna Foglietta) non può fare altro che radunare i pazienti per tentare, col loro aiuto, di farlo uscire dalla crisi e riprendere in mano la propria vita. Ma tra coloro a cui chiede aiuto vi sono uno spacciatore (Marco Giallini), una ninfomane (Paola Minaccioni), un mammone che non si decide a staccarsi dal nido materno (Massimiliano Bruno), una coppia che non riesce a fare l’amore da anni e un telecronista ossessionato dall’infedeltà della moglie (Rocco Papaleo). Tra mille difficoltà, il gruppo di pazienti cercherà a suo modo di trasformare Marcello in una persona migliore in grado di guardare la vita col cuore prima che con gli occhi.


Ancora una volta la città di Roma assurge a protagonista assoluta del cinema italiano e della nuova commedia corale di Massimiliano Bruno. Confusi e felici è un lungometraggio che, con intelligenza e delicatezza, affronta un argomento drammatico e tabù come la disabilità. A una sceneggiatura spumeggiante e ben scritta fa eco un cast composto da attori caratteristi - come Giallini, vera marcia in più della pellicola - che interpretano personaggi descritti con incredibile veridicità. Ricca di gag, che si susseguono una dopo l’altra, l’opera di Bruno è un film per tutta la famiglia, spensierato e ben strutturato. Caso più unico che raro di racconto comico di una situazione di disagio esistenziale, Confusi e felici ricorda il blockbuster francese del 2011 - diretto da Olivier Nakache ed Éric Toledano - Quasi amici: la cecità imminente del personaggio di Bisio è infatti il centro nevralgico di tutte le situazioni comiche e grottesche che investono lo spettatore, lasciandolo piacevolmente sorpreso e senza sensi di colpa. Non mancano i momenti di riflessione, in cui il ritmo rallenta e l’attenzione viene catalizzata sul rapporto tra Marcello e i suoi bizzarri amici, ma il regista è abile nel non scadere mai nella noiosa retorica o in facili pietismi. La terza volta dietro la macchina da presa di Massimiliano Bruno convince e dimostra che anche il cinema nostrano è capace di partorire idee semplici ma vincenti.


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