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Mission: Impossible - Rogue Nation

01/08/2015 11:00

Martina Calcabrini

Recensione Film, Film Azione, mission impossible,

Mission: Impossible - Rogue Nation

È il 1996 quando Tom Cruise, aitante attore di Hollywood, ormai noto grazie a Top Gun, decide di produrre per il grande schermo il remake di Mission: Impossible

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È il 1996 quando Tom Cruise, aitante attore di Hollywood, ormai noto grazie a Top Gun, decide di produrre per il grande schermo il remake di Mission: Impossible, fortunata serie televisiva americana degli anni Sessanta e Settanta. Scegliendo di affidarne la regia a un autore abile e adrenalinico come Brian De Palma, Cruise dà vita al primo capitolo di un franchise destinato a divenire ben presto parte dell'immaginario collettivo. Dopo quattro episodi di successo affidati ad altrettanti registi, l'attore torna in scena e sceglie Christopher McQuarrie - talentuoso sceneggiatore e regista di Jack Reacher - per firmare Mission: Impossible - Rogue Nation, una pellicola ibrida e altisonante nata dalla fusione della componente investigativa e intrigante tipica degli spy movies e di quella movimentata e centrifuga dei film d'azione. Entrambe intarsiate di sfumature umoristiche e (auto)ironiche.


Dopo aver contravvenuto agli ordini governativi, l'agente segreto Ethan Hunt (Tom Cruise) è ormai ritenuto un criminale e ricercato dalla CIA: la sua squadra, la IMF (Impossible Mission Force), viene sciolta. Incurante delle conseguenze, Hunt si mette sulle tracce del "Sindacato", una pericolosa organizzazione criminale composta da agenti speciali dichiarati dispersi o deceduti dal governo, che vuole affermare il proprio potere attraverso letali attacchi terroristici. Hunt e i suoi colleghi, riunitisi in segreto, dovranno contare esclusivamente sulle loro abilità e sull'aiuto dell'agente britannico Ilsa Faust (Rebecca Ferguson) per fermare Solomon Lane (Sean Harris), capo del Sindacato, prima che sia troppo tardi.


Sventato il trasporto abusivo di prodotti pericolosi semplicemente aggrappandosi al portellone di un aereo in pieno decollo, l'agente Hunt ribadisce sin dai primi fotogrammi la sua presenza scenica e la sua solidità fisica e mentale. Forte del successo di missioni apparentemente impossibili, egli diviene il leader indiscusso di una squadra di professionisti abili e talentuosi che lo affiancano con costanza nel suo operato. Incurante del pericolo, il protagonista si rende il deus ex machina di ogni azione machiavellica, inseguimento mozzafiato e scazzottata sanguinaria e acrobatica. Le vorticose corse tra le stradine affollate e surriscaldate di Casablanca riportano indietro l'eroe ai tempi della sua seconda avventura, rivelando l'immobilità del tempo, del corpo e dello spirito. Nonostante gli anni, infatti, Cruise si impone prepotentemente a livello fisico e diegetico, caparbiamente soddisfatto dei risultati conseguiti e mantenuti. Affiancato da attori di alto calibro come Jeremy Renner (suo co-protagonista in Mission: Impossible - Protocollo Fantasma), Rebecca Ferguson e Simon Pegg (fautore dei momenti più comici e irriverenti della pellicola), egli emerge su tutti: eroe coraggioso, caparbio e prometeicamente egocentrico dell'intera saga. Interpretando in modo superbo una sceneggiatura barocca e sfarzosa - pullulante di azione e pathos come un vero dramma shakespeariano - Cruise sale sul palcoscenico, lo sovrasta e lo distrugge prima che lo spettacolo pirotecnico venga concluso. Attore istrionico e professionale, si rivela abile sub, atleta circense e spericolato motociclista, capace di rinunciare a qualsiasi controfigura per girare personalmente scene pericolose. E McQuarrie si conferma uno scenografo bizzarro e geniale, che manovra i suoi personaggi affinchè centrifughi balletti acquatici finiscano per ribadire i goliardici vortici di adrenalina che sin dai primi fotogrammi governano il ritmo della narrazione.


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