É uno sguardo puntato costantemente sul mito quello dietro a ogni singolo fotogramma che compone Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della Forza di J.J. Abrams. Un occhio riverente che con rispetto ludico, divertito e citazionista guarda alla trilogia originale di George Lucas aggiornandola al proprio gusto ironico, a un gioco immersivo e stimolante di rimandi, a un coinvolgimento emotivo tanto essenziale quanto efficace. Con tutti i pro e i contro che questo comporta. Rielaborando un'estetica che ha posto le basi per l'intero genere a venire, resuscitando un mondo e un modo di fare cinema esplicitamente analogico e “artigianale”, contaminandolo e aggiornandolo con quell'ironia consapevole tanto congeniale al nuovo - espanso - universo Disney, Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della Forza ha, dalla sua, la forza inventiva di liberarsi dell'ingombrante passato recente – quello piatto, didascalico e formalmente imperfetto della nuova trilogia – e, per contro, il rischio di ridursi a limitato omaggio calcolatore, fredda operazione di facciata fisiologicamente incapace di rinnovare la mitologia delle origini. Di emanciparsi da quell'immaginario fuori dal tempo per crearne, finalmente, una nuova, potente declinazione. Infondo, più che a un seguito, l'operazione che Abrams mette in scena è molto simile a quella che l'aveva coinvolto nello svecchiamento dell'epopea di Star Trek, creando un vero e proprio reboot: quasi un Episodio IV (con tanto di nuova, pseudo Morte Nera da distruggere) rivisto e aggiornato, che col passato conserva - casomai - un legame emotivo, un senso di nostalgia pervadente per un mondo che non c'è più, per una mancanza a cui si può sopperire solo attraverso le strizzate d'occhio agli appassionati. Solo mediante gli sguardi invecchiati dei protagonisti di un tempo o per mezzo di una struttura evocativa e stimolante segnata com'è da un cambiamento profondo e inevitabile. Un viaggio – anche a livello esplicitamente narrativo, con la ricerca di uno scomparso Luke Skywalker, auto-esiliatosi all'estremità della Galassia – per riallacciarsi a quel mito, per ritrovare la magia di un mondo lontanissimo, di un sentire oramai perduto («La Forza esiste, è reale» dirà, cocciutamente, Han Solo nell'esternazione più esplicita di tutto il film), in una logica che, in linea coi tempi, ha dimenticato (o, forse, semplicemente smarrito) quell'ingenuità di fondo che permeava le avventure fiabesche di Luke e compagni in favore di una nuova epica che proprio da quella mancanza pare dover ripartire per ri-costruirsi. Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della Forza è allora l'inevitabile emblema di un'innocenza perduta, dove i padri scompaiono e i figli si rivoltano; un'impresa impossibile, eppure, mai fallimentare, supportata com'è dal ritmo perfetto e incalzante che le sta dietro, da personaggi memorabili nella loro tormentata caratterizzazione (perfettamente in linea con il classico stile dell'autore di Lost) e dalla forza deflagrante e iconica delle immagini, di quel mondo arido e polveroso, freddo e inospitale in cui la forza degli elementi si incontra con ambientazioni che richiamano apertamente l'estetica visiva della vecchia trilogia e dove ogni stravolgimento e colpo di scena è ancora possibile finché, in una lotta all'ultimo sangue con le spade laser, il Bene continuerà a opporsi al Male.