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Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta

10/11/2016 11:00

Vincenzo Trapanese

Recensione Film,

Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta

Yo-Yo Ma, uno dei più grandi violoncellisti viventi, si racconta in un docufilm di Morgan Neville

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Provate a immaginarvi per un attimo nei panni di Yo-Yo Ma, uno dei più grandi violoncellisti viventi; un musicista che a soli nove anni si esibiva alla Casa Bianca davanti a John Fritzgerald Kennedy, annunciato da Leonard Bernstein. Un uomo che ha espresso al massimo l’arte del suo strumento e lo ha portato a livelli sconosciuti, calcando i palcoscenici di tutto il mondo e vincendo ben diciotto Grammy Awards. Cosa può mancare a un uomo così? La risposta è molto semplice, come tutte le persone dotate di forte sensibilità artistica Yo-Yo Ma è alla costante ricerca di nuove interpretazioni ed evoluzioni, che lo porteranno a fondare il Silk Road Project. L’itinerario geografico di ricerca dell’istrionico violinista è una moderna Via della Seta, dove raccoglie i migliori virtuosisti custodi delle antiche tradizioni del modo. Un’avventura iniziata nel 2000, per creare una superorchestra composta dagli strumenti musicali ai più sconosciuti, tipici della storia del loro paese natio, che crea un mix di culture audace e strabiliante per celebrare il potere universale della musica.


Un documentario prodotto e diretto da Morgan Neville, regista esperto del genere che ha girato diversi documentari sul mondo della musica dedicati a personaggi importanti come Ray Charles, Johnny Cash e i Pearl Jam, ma soprattutto Premio Oscar nel 2014 con 20 Feet From Stardom. La storia si struttura sull’eclettico Yo-Yo Ma e sul suo esperimento musicale, accompagnata dalle interviste ai quattro membri portanti del Silk Road Project. Questi artisti racconteranno intimamente le storie dei paesi da cui provengono - realtà interessanti come l’attuale Iran e la Cina post-rivoluzione - e le esperienze terribili che hanno vissuto, la loro lotta per esprimere liberamente l' arte e preservare la cultura. Un continuo viaggio nel viaggio dove il regista Neville, lui stesso un musicista, riesce a sentire il ritmo e la sensibilità di queste affascinanti melodie; ci trascina con immagini suggestive in giro per il mondo e coinvolge immediatamente lo spettatore con suoni e colori catturati dalla macchina da presa in una fotografia molto naturale. Bellissime le scene in cui vediamo i musicisti in azione, con inquadrature vive che seguono le onde sonore e fanno provare emozioni diverse come l’euforia ma anche la commozione.


Questo documentario è una specie di trattato che sovverte la famosa frase di Charles Ives: “In quale luogo è la musica?”. Ecco, il Silk Road Project e il film di Neville dimostrano che la musica è ovunque e di chiunque. In pochi minuti si abbandona l'iniziale scetticismo dato dal vedere soltanto virtuosismi musicali e ci si perde in suoni mai sentiti e storie che fanno riflettere sul grande paradosso della nostra Storia, dove ogni volta che c’è distruzione l’essere umano risponde sempre con la bellezza.


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