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Il domani tra di noi

13/12/2017 12:00

Federica Cremonini

Recensione Film,

Il domani tra di noi

Un esperimento a metà fra survival e romanticismo

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Alex è una fotoreporter in procinto di sposarsi: sta attendendo di imbarcarsi sul primo volo per fare ritorno a casa, ma al check-in fa la conoscenza di un medico, Ben, in viaggio di ritorno per eseguire un'operazione chirurgica il giorno seguente. A causa di una tempesta e della cancellazione di tutti i voli disponibili, Alex propone a Ben di affittare un piccolo aereo privato per sorvolare le montagne e fare ritorno indisturbati. Nella tempesta, tuttavia, il pilota ha un infarto e l'aereo precipita sui monti del Colorado. Dopo il tragico impatto, Ben e Alex dovranno continuare insieme la difficile sopravvivenza sulla cima ghiacciata su cui sono intrappolati: attendere soccorsi che non arriveranno o decidere, insieme, di cominciare la discesa a valle per salvarsi da soli.


Tratto dalle pagine dell'omonimo best-seller di Charles Martin, Il domani tra di noi s'incastra nella tradizione dei film di sopravvivenza ma, nonostante un'affascinante fonte originale, non riesce nell'impresa di reggere il confronto con i capostipiti del genere. Il film di Hany Abu-Assad, infatti, costituisce un esperimento a metà fra un survival tipicamente ambientato in terre ostili e un'avventura puntellata da romanticismo: e non fu che questa la commistione di elementi vincenti che aveva conquistato i lettori di Charles Martin. Gli unici due protagonisti della vicenda, Alex e Ben, sono rispettivamente portati sullo schermo dagli sguardi profondi di Kate Winslet e Idris Elba; ma non sono sufficienti il carisma e l'indubbia ed estesa esperienza dei due attori a conferire volume e sfumature alla bidimensionalità dei personaggi di cui vestono i panni.


La giornalista e il chirurgo, arginati su una cima innevata e consapevoli di un fatale errore che impedirà loro di essere salvati, partiranno dal reciproco aiuto per giungere alla conoscenza approfondita del proprio passato, delle proprie paure, dei programmi per il futuro e di tutto ciò che concerne la vita reale che sono determinati a riprendersi, al di là delle rocce e delle montagne. Un'avventura psicologica, lungo una discesa impossibile fra le nevi del Colorado. Hany Abu-Assad, già autore di Omar e Paradise Now, può contare sul realismo e sulla potenza delle sue immagini, frutto del rifiuto della CGI e del green screen in favore di una diretta esperienza nella natura primitiva (il regista ha girato le proprie scene sulle montagne canadesi, insieme a tutta la troupe); ma la bellezza delle ambientazioni e la loro autenticità viene compromessa e controbilanciata da una povera caratterizzazione di storie e personaggi.


La superficialità della scalata psicologica dei due protagonisti, alquanto approssimativa - quanto mai nell'ultimo atto, quello in cui dovremmo fare i conti con il ritorno alla vita reale e l'improvviso distacco di due individui che hanno condiviso ferite da non poco - sembra andare di pari passo con l'estrema facilità con cui prosegue la peripezia tra le minacce che si celano in quei territori raggelati. Eppure avrebbe potuto ispirarsi a quel The Edge, che fu scritto da David Mamet e interpretato da Anthony Hopkins e Alec Baldwin sul finire degli anni '90, quest'avventura a due con tanto di sosta in una baita abbandonata. Non è da chiunque poter fare sfoggio di capacità come quelle di Mamet, che non si risparmiava neppure i dettagli sulla caccia di uno scoiattolo: perché è nel quotidiano, nel doversi battere per le piccole ricompense che permettono la sopravvivenza, che il survival riesce ad appassionare e farsi credibile. Ed è ciò che, al di là di uno scarso spessore psicologico e di una mancata caratterizzazione della crescita dei due personaggi insieme, a film come Il domani tra di noi sembra mancare del tutto.


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