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La Sapienza, sul set del film con regista e attori

04/10/2016 12:50

Gabriele di Grazia

Intervista,

Incontro con il regista Eugène Green, il produttore Alessandro Borrelli e gli attori Fabrizio Rongione e Ludovico Succio

Pochi giorni fa ci siamo recati sul set del nuovo film del regista francese bEugène Green/b, La Sapienza, allestito all’interno della splendida cornice del Chiostro del Bramante, in Roma. Ad accoglierci, sotto un cielo minacciante pioggia, l’intera troupe al lavoro attorno ai due attori protagonisti, bFabrizio Rongione/b e bLudovico Succio/b, elegantemente seduti ad un tavolino lungo uno dei lati del porticato, e vestiti con abiti di scena impeccabili.


Regista di Toutes les nuits, vincitore nel 2001 del Premio opera prima bLouis Delluc/b, di Le nom du feu (2002) e Le Pont des Arts (2005), entrambi presentati a Locarno, e drammaturgo tra i più esperti del teatro barocco, oltre che romanziere, Green, terminato l’ultimo ciak della mattinata, ha gentilmente rilasciato alla stampa alcune dichiarazioni riguardo l’andamento delle riprese del suo attuale progetto in compagnia degli interpreti e del produttore bAlessandro Borrelli/b.


p La Sapienza racconta le vicende di un noto architetto francese, ormai privo di ispirazione, che improvvisamente si ritrova a mettere in discussione il valore stesso del proprio lavoro. Accompagnato dalla moglie, decide quindi di andare alla ricerca di quelle motivazioni che in gioventù lo avevano spinto ad intraprendere la professione. In un viaggio a ritroso nel tempo che lo porta a Torino e a Roma egli riscopre, cosi, l’arte barocca del Guarini e del Borromini, due tra gli artisti che più lo avevano influenzato in passato. Lungo il suo cammino, che lo porterà a fare la conoscenza di un’altra coppia, dovrà fare i conti con la propria crisi coniugale, in una spirale di sentimenti, ispirazione artistica e architettura. /p


pAi nostri microfoni Green ha dichiarato di essere stato ispirato, per la stesura della sceneggiatura, da un desiderio vecchio di trent’anni di evocare, tramite l’occhio della macchina da presa, l’opera e la vita dell’architetto barocco bFrancesco Borromini/b. Il titolo del film, infatti, richiama alla mente la chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza a Roma, uno dei più straordinari progetti realizzati dal Borromini. Secondo il regista, ciò che caratterizzava l’uomo barocco era la sua capacità di riuscire a trovare un equilibrio tra il mondo materiale e quello spirituale, coniugando, cosi, in maniera perfetta, ragione e fede. Facendo di una profonda spiritualità la fonte della propria energia, egli non se ne allontanava mai, e la trasferiva in tutto ciò che costruiva. Green vede nella società contemporanea il trionfo della materialità, la ricerca continua di una verità assoluta che esalti le capacità della ragione a scapito della spiritualità. Per questo il regista è voluto tornare sulle tracce dell’arte barocca, una forma d’espressione da cui l’uomo contemporaneo potrebbe trarre un prezioso insegnamento per vivere armoniosamente il proprio presente. Un ritorno alla tradizione, dunque, ed al potere della finzione e dell’immaginazione, questo intrapreso da bEugène Green/b, ma anche un inno all’amore, vero punto di raccordo tra passato e presente. /p


pUno degli attori presenti all’incontro, bFabrizio Rongione/b, di origini italiane ma nato in Belgio, interprete d’esperienza noto per la sua recitazione asciutta e diretta, già presente in Le parole di mio padre di bFrancesca Comencini/b, ha definito il cinema di Green mistico, ed ha dichiarato di essere rimasto scioccato dopo aver letto la sceneggiatura di La Sapienza. Rongione ha inoltre definito la propria partecipazione a questo progetto un’esperienza “particolare”, mai vissuta prima. L’attore, che in Francia è molto richiesto, ha lavorato in teatro con Bellocchio, e al cinema con bDaniele Vicari/b in Diaz – Non pulire questo sangue. bLudovico Succio/b, giovane attore teatrale alla sua prima esperienza per il grande schermo, si è rivelato entusiasta del modo di lavorare di Eugène. Nonostante abbia trovato difficoltà nell’approcciarsi al suo stile registico (spesso è stato richiesto agli interpreti di guardare in camera, come se si stessero specchiando), l’esperienza sul set gli ha già regalato emozioni indimenticabili che, ha dichiarato, gli piacerebbe rivivere in futuro dedicandosi alla professione d’attore a tempo pieno. /p


pL’ultimo a prendere parola è stato il produttore bAlessandro Borrelli/b che ha ribadito con forza le intenzioni artistiche alla base della lavorazione del film. Eugène, ha asserito Borrelli, è un regista che lavora molto sull’immagine, sull’estetica, ed è lontano da quel cinema “televisivo” che oggi va tanto di moda, soprattutto in Italia. La Sapienza, ha continuato, è un prodotto destinato più ai festival, il primo dei quali sarà a maggio, che alle sale cinematografiche. Infatti, ben lungi dall’essere un film commerciale, avrà una distribuzione piuttosto esigua, anche a causa della mancata donazione di fondi europei da parte di Eurimages. In futuro, per quanto riguarda il film di Eugène, questo l’augurio di Borrelli, potranno essere organizzate collaborazioni con musei ed edifici scolastici, per diffondere tra il pubblico l’idea che facendo del cinema sia possibile parlare di arte. /p


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