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The Mandalorian (2019), c'è speranza per la saga di Star Wars: la recensione della stagione 1 su Disney+

06/12/2019 00:00

Samantha Ruboni

Recensione Serie TV, Disney+, Star Wars, Disney, George Lucas, Pedro Pascal, Mandalorian, Jon Favreau, Dave Filoni,

The Mandalorian (2019), c'è speranza per la saga di Star Wars: la recensione della stagione 1 su Disney+

La prima stagione della serie tv The Mandalorian porta nuova speranza nella saga di Star Wars

La prima stagione della serie tv The Mandalorian porta nuova speranza nella saga di Star Wars

The Mandalorian è la prima serie live action della saga di Star Wars (dopo tre tentativi nel genere animazione: Star Wars: The Clone Wars (2008), Star Wars Rebels (2013) e Star Wars: Forces of Destiny (2017)): è stata presentata in anteprima il 12 novembre 2019, per il lancio della piattaforma streaming Disney +, concepita da Jon Favreau e Dave Filoni e prodotta da Lucas Film. La prima stagione consta di 8 capitoli di circa 40 minuti l'uno.

Mandalorian, la nuova speranza per Star Wars

La serie è ambientata dopo le vicende de Il Ritorno dello Jedi e 25 anni prima de Il Risveglio della Forza. Parla della storia di un mandaloriano - guerriero che non può mai togliere la sua armatura, a causa di un giuramento - discendente narrativo di personaggi iconici della saga come Jango e Boba Fett. Quella dei mandaloriani è una cultura che si basa sui concetti di battaglia e guerra, viste come fonte di onore e orgoglio. In principio i mandaloriani erano una razza a sé, ma man mano si sono avvicinati al loro culto estimatori di tutte le razze, trasformandola in una sorta di religione a cui votarsi.

This is the way: di che cosa parla Mandalorian

Siamo a 5 anni dalla caduta dell'Impero. Un mandaloriano, che tutti soprannominano Mando (Pedro Pascal), cerca taglie che gli possano coprire una generosa ricompensa. Il leader della Gilda dei cacciatori di taglie, Greef Karga (Carl Weathers) gli offre un lavoro privato. Il Cliente, che risulta essere legato all'Impero, gli affida la missione di recuperare un obiettivo ancora in vita. Mando riesce ad arrivare a esso: un pargolo della stessa specie di Yoda, per il quale Mando si troverà a combattere.

Le ambientazioni di The Mandalorian sono quelle sabbiose e desolate di cui tutti i fan di vecchia data si sono innamorati fin dalle prime sequenze di una Una nuova Speranza.

 

Il pianeta prediletto in quel frangente era Tatooine, mentre nel nostro caso è Arvala-7. Per darci ancor più questa sensazione di silenzio e solitudine, i dialoghi sono ridotti al minimo e la colonna sonora è quasi inesistente, se non per un theme che è già diventato iconico. Si tratta di un motivo di Ludwing Göransson, vincitore per l'Oscar alla migliore colonna sonora nel 2019 per Black Panther: un componimento orientaleggiante e metallico, che riporta a un mondo di Star Wars desolato come i sentimenti di chi lo abita. Un'ambientazione e un'atmosfera che i fan ricercano da sempre ma che nessuno dei nuovi lungometraggi della saga è riuscito a restituire così bene.

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I can bring you in warm … or I can bring you in cold

In questo deserto e in questi luoghi isolati si muove il mandaloriano, un silenzioso e solitario guerriero che non si toglie mai l'armatura e di cui nessuno conosce le sue fattezze. Nei suoi panni e dietro il suo visore c'è un nascosto Pedro Pascal, attore conosciuto per lo più per essere stato Oberyn Martell ne Il Trono di Spade e l'ispettore Peña in Narcos. Anche se il suo volto è nascosto, Pascal riesce a rendere alla perfezione i sentimenti e il carattere di Mando, grazie alle movenze del corpo e la timbro della voce.

A far compagnia a Mando nel suo viaggio solitario abbiamo, tra gli altri, due compagne d'eccezione. Cara Dune (Gina Carano), un ex soldato ribelle divenuta una mercenaria sul pianeta Sorgan; un personaggio forte e che non si fa mettere i piedi in testa, una guerrigliera femminile che di certo entrerà a far parte deo personaggi più interessanti della saga. 

Altro personaggio interessante e bad-ass è l'Armaiola (Emily Swallow), una mandaloriana che forgia le armature dei guerrieri in un'affascinante rituale. Non si vede mai in faccia, ma ha una presenza sullo schermo potente e di rispetto, che l'ha fatta diventare uno dei personaggi che speriamo sviluppino nella seconda stagione.

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Il caso Baby Yoda

Ma ciò per cui la serie è diventata famosa, ancor prima di essere trasmessa, è quello che i social hanno denominato Baby Yoda. Un alieno della stessa specie di Yoda, piccolo e tenero, con occhioni e manine, che ha sciolto i cuori di tutti i fan (ma anche no) della saga. In realtà nella serie viene chiamato il Bambino e non si sa la sua provenienza; non sappiamo esattamente se ci possano essere stati legami di sangue con Yoda, abbiamo solo ipotesi – molto probabilmente si tratta di clonazione. Quando viene trovato da Mando è ancora un cucciolo, nonostante venga dichiarato che ha 50 anni, poiché la sua specie invecchia molto lentamente. Certo è che anche lui ha imparato a controllare la Forza, anche se non ha ancora abbastanza vigore per poterla utilizzare del tutto.

Di certo The Mandalorian è una serie tv che riporta speranza all'interno della saga Star Wars, come ci era riuscito solo Rogue One: A Star Wars Story. Al netto di un andamento altalenante, la prima stagione è un ottimo esempio di ciò che la Disney potrebbe creare in futuro con la saga. 

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